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“Anch’io mi metto in moto”: in sidecar per abbattere le barriere

Il 12 settembre prossimo, il Progetto “Anche io mi metto in moto” vuole rappresentare l’inizio di una riapertura all’esterno e una nuova socializzazione per quelle persone con disabilità che più di altri hanno subito il periodo di forzato isolamento. Un segnale di rinascita sociale e civile per tutti. intervista con GABRIELE BROGELLI di AICS Solidarietà

Fornire alla persona disabile un aiuto personale e psicologico proprio in questo momento è il presupposto che può permettere di conseguire una maggiore autonomia e integrazione. Una effettiva partecipazione ad ogni attività della vita sociale nell’uguaglianza e nella dignità con gli altri e così raggiungere un maggior benessere psicofisico.

Aics Solidarietà Firenze odv all’interno di un programma che promuove e sostiene proposte di tipo civile, formativo e culturale, ha elaborato una iniziativa, un Progetto sociale, che insieme con l’Associazione A.Fa.D. ( Associazione Famiglie con Disabili ) e la diretta collaborazione e supporto dei soci del CMEF ( Club Moto d’Epoca Fiorentino) con i propri sidecar d’epoca, all’inizio di questa nuova fase di vita comune in Italia, intendono, appunto, “mettere in moto” una rinnovata socialità e riaccendere percezioni sensoriali, emotive e tattili nei confronti delle persone con disabilità.

Naturalmente l’emozione più grande della motocicletta è quella di viverla in prima persona, con il coinvolgimento anche tra passeggero e pilota. Sentirsi partecipi di emozioni che chiunque deve avere la possibilità di provare direttamente.
Si tratta quindi di ospitare nel sidecar la persona disabile, tenendo sempre presente le dovute cautele e prescrizioni.

L’iniziativa si svolgerà presso  l’area denominata “Vigilandia”, un circuito stradale protetto all’interno del Parco di San Salvi.

 

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