Nei Comuni toscani, complessivamente, la spesa sociale è di 469 milioni, con un valore percentuale del 6,6% e una cifra pro-capite di 125 euro.La Toscana si colloca così al sesto posto, preceduta da Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto.
E’ quanto emerge dalla rilevazione dell’Istat per l’anno 2016. Aumenta la spesa dei Comuni italiani per i servizi sociali, precisa la nota dell’Anci Toscana, con una crescita del 2% e una cifra che si attesta intorno ai sette miliardi e 56 milioni di euro, pari allo 0,4% del Pil nazionale, tornando a sfiorare i livelli precedenti alla crisi economica (I dati si riferiscono sempre al 2016 e sono stati rilevati e raccolti dall’Istat).
La principale fonte di finanziamento permane quella proveniente da risorse proprie dei Comuni e dalle varie forme associative fra Comuni limitrofi (61,8%), seguita dai fondi regionali per le politiche sociali (17,8%) e da fondi statali (si segnala una progressiva flessione del fondo indistinto per le politiche sociali, dal 13% del 2006 al 9% nel 2016) o dell’Unione europea.
Si è passati da una spesa media per residente pari a 114 euro nel 2015 a 116 euro per il 2016 mentre permangono forti disparità a livello territoriale con i due estremi rappresentati dai 22 euro della Calabria ai 517 della Provincia Autonoma di Bolzano. Al Sud, in cui risiede il 23% della popolazione, si spende solo il 10% delle risorse destinate ai servizi socio-assistenziali. Per quanto riguarda infine la ripartizione della spesa tra le tipologie di beneficiari degli interventi e servizi che compongono la rete territoriale sono raddoppiate le risorse destinate ai disabili (da 1.478 euro annui pro-capite nel 2003 si passa a 2.854 nel 2016) mentre diminuisce, sia in valore assoluto che come quota sul totale della spesa sociale dei Comuni, la spesa dedicata ai servizi per gli anziani. In crescita la spesa per i minori e le famiglie con figli.