Lun 23 Dic 2024
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Angel alla mia Tavola: Angel Bat Dawid & Tha Brothahood

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Angel alla mia Tavola: Angel Bat Dawid & Tha Brothahood
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Firenze, Enrico Romero, aka Sax Kowalski, conduttore di ‘Round Midnight’ la decana trasmissione notturna di Controradio in onda ogni mercoledì notte, sull’attualità, le novità discografiche, le notizie  e le interviste dal mondo del jazz italiano ed internazionale, recensisce per voi, il nuovo lavoro dal vivo di ‘Angel Bat Dawid & Tha Brothahood’.

Se un anno fa “The Oracle”, il primo album della clarinettista, cantante e performer Angel Bat Dawid aveva suscitato interesse generale e titillato le papille gustative dell’orecchio, il nuovo “LIVE”, registrato dal vivo al Berlin Jazz Festival ed uscito per la International Anthem è una bella botta.

Un disco forte, diretto, polemico, condito con sangue, sudore e lacrime. Un disco che odora di Gil Scott Heron, Jeanne Lee, Archie Shepp, Amiri Baraka, di Last Poets e di Watts Prophets.

Si parte con un omaggio a Sun Ra (con una versione drammatizzata del classico “Enlightment”) e Yusef Lateef (“Destination”), poi si prosegue con una scaletta che bilancia orgoglio afroamericano e psicodrammi che sanno di ghetto e di Africa, di Gospel e di blues ancestrali (“Black Family”, “What Shall I Tell my Children who are Black”, “We Hearby Declare the African Look”, “We are Starzz”, “Dr.Wattz n’Em”).

Le voci dei tre cantanti / performer dialogano e si fronteggiano insieme a cinque musicisti che li accompagnano e li stimolano, capaci all’occorrenza di spingere e di fare salire la tensione con ritmi che si fanno ossessivi: gli strumenti acustici si fondono con i synth e l’elettronica con il clarinetto di Angel Bat Dawid, per un soul gospel futuribile che ha il sapore delle radici, della Old Time Religion delle chiese evangeliche.

Una magma sonoro che lascia il segno ed affonda le unghie, rendendo il clima sonoro incandescente. Sei dei tredici brani in scaletta comparivano già nell’album d’esordio “The Oracle”, ma quello era un disco totalmente autoprodotto e low-fi, registrato in solitudine con un semplice smartphone ed originariamente destinato ad essere solo una raccolta di appunti sonori.

Nella versione LIVE”, grazie alla presenza finalmente di una band al completo (“Tha Brothahood” ovvero La Fratellanza) i brani si evolvono, si espandono e si trasformano rivelando una forza ben maggiore dei semplici abbozzi di partenza.

Se siete interessati all’argomento, Angel Bat Dawid è sicuramente uno dei nomi di punta tra quelli impegnati a comporre un’ideale colonna sonora a Black Lives Matter ed agli altri movimenti legati alla nuova scena culturale afroamericana, insieme a Jamila Woods, a Matana Roberts, ad Akua Naru, a Moor Mother / Camae Ayewa ed a gruppi come Irreversible Entanglements, Damon Locks & Black Monument Ensemble, Hariet Tubman, Heroes Are Gang Leaders,

P.S.  “Ho scelto una serie di brani che considero in qualche modo epici…Sono pezzi che hanno messo i miei padiglioni auricolari in stati di alterazione, indotto trance profonde, ed ingigantito le mie emozioni. “

Qualche mese fa miss Dawid ha compilato una sua ideale playlist per la rivista statunitense JazzTimes, scegliendo dieci brani. Dieci brani “epici”, come dice lei, e che formano una gran bella scaletta a base di Albert Ayler, Ennio Morricone, Parliament, Leroy Hutson, poi il nuovo jazz UK di Shabaka Hutchings, Theon Cross e Nubya Garcia e i Bar-Keys a rifare un brano dei Grand Funk Railroad.

E via e via, fino a due misconosciuti ma ottimi gruppi di Detroit: i Griot Galaxie e i Tribe di Phil Ranelin, che dedicavano ad Angela Davis un loro brano. Nell’articolo poi Angel commenta le sue scelte musicali e parla dei brani che ha selezionato.

Volendo nella stessa pagina dell’articolo di Jazz Times c’è anche lun bannerino pronto ascolto per potersi gustare al volo i brani scelti da Angel Bat Dawid. Avvertenza: potrebbe essere diffiicile smettere di agitarsi e di battere il piedino.

Quando poi a chiudere la scaletta parte Call Him Up, il gospel sabbatico del buon Pastore Keith Pringle con il suo Pentecostal Community Choir potreste anche ritrovarvi in trance o a ballare sul tavolo di cucina invocando il Signore.

Anche nel caso siate atei convinti e bestemmiatori seriali. Come diceva il vecchio George Clinton “Free Your Mind…and your Ass will Follow”
https://jazztimes.com/features/lists/angel-bat-dawid-an-epic-artists-choice/
https://open.spotify.com/playlist/7vSv7ik4lkrAmY5tYk0aoH?utm_source=embed_v2&go=1&play=1&nd=1
sax kowalski (enrico romero) // ROUND MIDNIGHT
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