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Anziani aggrediti e percossi di notte in casa

Monteriggioni

In carcere sono finiti  due ventenni e un diciasettenne di origine albanese, che da mesi erano ospiti di una casa parrocchiale nel senese destinata all’accoglienza dei bisognosi.

Lunedì notte, mentre due anziani coniugi si trovavano tranquillamente a letto nella loro abitazione di Monteriggioni (Siena), i tre giovani  forzando una porta-finestra posta sul retro, sono riusciti a introdursi all’interno della loro casa, immobilizzando i due malcapitati nel sonno. Una volta all’interno, i rapinatori si sono divisi i compiti: due hanno immobilizzato sul letto il marito, 83 anni, e la moglie, 81 anni, e il terzo ha iniziato a cercare denaro e altri oggetti preziosi nei cassetti.

Da un primo sopralluogo, è emerso che i rapinatori in fuga avevano lasciato un rotolo di nastro adesivo trasparente con il quale avrebbero in caso di necessità legato i polsi degli anziani e allo stesso tempo avevano tagliato il filo del telefono al fine di isolare l’abitazione. Le indagini nell’arco di alcune ore si concentravano nei confronti di tre uomini ospiti da tempo della casa parrocchiale di Monteriggioni gestita dal parroco. I tre sospettati sono stati fermati nella serata successiva nel momento in cui facevano rientro da Firenze a bordo dell’autobus di linea. Successivamente uno dei rapinatori ha ammesso le proprie responsabilità, seguito a breve distanza dagli altri due.

L’inattesa reazione dei coniugi, con grida d’aiuto e gesti disperati per liberarsi dalla presa dei rapinatori, ha probabilmente colto di sorpresa i malviventi i quali, dopo una rapida ricerca nei cassetti della camera da letto, hanno preso le chiavi dell’auto dei pensionati lasciate sopra un mobile e sono fuggiti, non prima di aver letteralmente strappato una catenina in oro dal collo dell’uomo e avergli sfilato con forza l’orologio, ferendolo. Successivamente, dopo che i rapinatori si erano allontanati, i coniugi sono stati raggiunti da una vicina di casa richiamata dalle grida d’aiuto dei coniugi. La donna ha prestato i primi soccorsi e ha richiesto l’intervento dei carabinieri. Le indagini condotte dalla compagnia dei carabinieri di Poggibonsi, con la stazione di Monteriggioni e il nucleo operativo e radiomobile, sono scattate immediatamente, con i rilievi tecnici per il repertamento di eventuali tracce e impronte, nonché la raccolta delle testimonianze delle vittime, necessarie per ricostruire l’accaduto.

I successivi accertamenti effettuati sotto la direzione e il coordinamento del pm della Procura di Siena, Nicola Marini, hanno consentito di recuperare l’intera refurtiva sottratta alle vittime. I tre sono stati sottoposti a fermo convalidato dal Tribunale di Siena e dal Tribunale per i minori di Firenze, che hanno disposto la custodia cautelare in carcere.

I tre stranieri, tutti di origine albanese, età 17, 20 e 21 anni, arrestati con l’accusa di essere gli autori della rapina a due anziani coniugi nella loro abitazione a Monteriggioni (Siena), conoscevano bene la casa della coppia: in precedenza c’erano stati quattro volte come volontari mandati dalla parrocchia per servizi di assistenza a marito e moglie. E’ quanto è stato spiegato nel corso della conferenza stampa sulle indagini, coordinate dal pm Nicola Marini e condotte dai carabinieri.

I due fermati maggiorenni erano ospitati da alcuni mesi, il minorenne solo da uno, nella parrocchia di Castellina Scalo a Monteriggioni. E’ stata proprio la precisione con cui i rapinatori hanno individuato il garage delle vittime, da dove hanno preso l’auto per la fuga, tra i numerosi presenti vicino all’abitazione, ad insospettire i carabinieri. La vettura è stata poi ritrovata a Firenze mentre i tre sono stati fermati mentre, a bordo di un bus di linea, facevano rientro a Castellina Scalo. A seguito di perquisizione la refurtiva è stata ritrovata sotterrata in un giardino limitrofo alla parrocchia, coperta da un cumulo di foglie secche. Agli inquirenti che chiedevano i motivi della rapina, i tre avrebbero risposto che avevano bisogno di soldi per poter tornare in Albania.

Decisivi, durante le indagini durate meno di 24 ore, sono stati i filmati delle telecamere di videosorveglianza comunale: i malviventi, uscendo di notte dalla parrocchia per andare a compiere la rapina, si erano premuniti di girare la telecamera di sicurezza presente in parrocchia proprio per non essere ripresi.

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