Appello Casa della donna di Pisa a parlamentari sul caso del bimbo separato dalla madre con la forza. “Basta violenza istituzionale. Siamo esterrefatte dalla violenza esercitata contro il bambino e sua madre, quello che è accaduto è assurdo e inaccettabile. Chiediamo alle e ai parlamentari della Toscana di intervenire. Siamo di fronte ad un gravissimo cortocircuito istituzionale che si sta consumando sulla pelle dei bambini”.
Martedì scorso 11 poliziotti hanno prelevato con la forza un bambino di 8 anni dalla casa dove vive con la mamma. Il provvedimento è scattato su ordine del Tribunale di Pisa che ha decretato l’allontanamento del bambino dalla madre con “ricollocamento” presso il padre attraverso uno spostamento forzato dalla Toscana alla Sicilia, dove il bimbo non ha mai vissuto.
“Siamo esterrefatte dalla violenza esercitata contro il bambino e sua madre, quello che è accaduto è assurdo e inaccettabile. Chiediamo alle e ai parlamentari della Toscana di intervenire. È ora di dire basta alla violenza istituzionale contro i bambini e le loro madri”, dichiara Carla Pochini, presidente della Casa della donna il cui centro antiviolenza si è interessato al caso offrendo supporto alla mamma.
“Un bimbo ha paura del padre, si rifiuta di incontrarlo dopo 32 incontri protetti, e il tribunale di Pisa che fa? Impone il suo prelievo forzato, senza nessun approfondimento nel merito, senza ascoltare il bimbo, senza capire i motivi della sua paura, senza rispettare il suo desiderio. Come è possibile? Perché – chiede Pochini – trattare il bimbo come un criminale, allontanarlo forzatamente della madre e imporre il ‘collocamento’ forzato dal padre quale ultimo tentativo di ricostruzione della bigenitorialità? Una decisione insensata che certo non tutela il benessere del bimbo, benessere che invece dovrebbe essere il primo scopo del tribunale”.
“Non possiamo accettare – sottolinea Carla Pochini – che tutto ciò avvenga nella nostra città. Un bimbo non può subire una simile violenza, tanto più se esercitata da quelle istituzioni che dovrebbero tutelarlo, perché non vuole vedere il padre e perché il tribunale, invece di approfondire, decide che è ‘colpa della madre’ se il bimbo rifiuta di stare con il padre. L’accusa è sempre la stessa, a Pisa come altrove: la madre è ‘alienante e malevola’. Ancora una volta la cosiddetta sindrome di ‘alienazione parentale’ viene usata in tribunale per colpire le madre e i minori, in nome della bigenitorialità, per ‘rieducare’ i figli alla relazione con il padre rifiutato. Eppure – continua Pochini – anche recentemente la Cassazione ha ribadito l’inesistenza scientifica di simili teorie e smontato le sentenze di allontanamento dei figli dalla madre in base solo alla presunzione che i suoi comportamenti siano la causa della paura per il padre, anziché basarsi sull’accertamento dei fatti di violenza che hanno vissuto o a cui hanno assistito. Nonostante ciò in tutta Italia è un continuo susseguirsi di casi come quello di Pisa. Siamo di fronte ad un gravissimo cortocircuito istituzionale che si sta consumando sulla pelle dei bambini. Serve subito – conclude Pochini – un intervento del governo e del parlamento per porre fine a queste pratiche vergognose e barbare che negano i diritti delle madri e dei minori”.