Intervista con il promotore dell’appello CARLO CUPPINI. Chiediamo che le politiche di prevenzione nelle scuole siano sempre improntate a un principio di attenta proporzionalità, tenendo nella giusta considerazione le evidenze scientifiche sul rischio di diffusione del COVID-19 in questi contesti e dando la massima importanza alle necessità didattiche, psicologiche, relazionali, fisiche di bambini e ragazzi, così come a quelle di tutti i lavoratori della scuola.
Ecco il testo dell’appello che si può firmare all’indirizzo
Le misure dettate dal governo per contenere il rischio di diffusione del virus SARS-CoV-2 nelle scuole sono ispirate a un “principio di massima precauzione” che mette in secondo piano altri rischi, compresi quelli connessi alle precauzioni stesse, subordinando alla prevenzione sanitaria anche una serie di istanze che dovrebbero restare centrali, di tipo didattico, cognitivo, psicologico, relazionale.
L’insieme di obblighi, divieti e restrizioni a cui sono soggetti bambini (a partire da un anno di età) e ragazzi, è estremamente stringente e in alcuni casi può risultare penalizzante per il sereno e naturale svolgimento della vita scolastica, che è una parte molto ampia ed essenziale della loro quotidianità.
Gli studi scientifici pubblicati in questi mesi sulle più autorevoli riviste, tuttavia, descrivono il rischio epidemiologico nelle scuole, relativamente al Covid-19, come più basso rispetto a quello presente in molti altri contesti sociali, in alcuni dei quali vigono misure meno restrittive. Questo non sfugge di certo ai bambini e ai ragazzi e potrebbe indurli a sviluppare un rapporto incoerente con le regole.
Dalla letteratura scientifica internazionale si apprende in particolare che:
i giovani si ammalano meno della COVID-19;
al contrario di quanto avviene per l’influenza, il ruolo dei più giovani nella trasmissione di SARS-CoV-2 è limitato;
la trasmissione bambino-adulto ha un grado di probabilità inferiore a quella tra adulti;
non si è osservata un’associazione significativa tra la riapertura delle scuole e l’incremento della diffusione del virus.
Date queste premesse:
1. Chiediamo che le politiche di prevenzione nelle scuole siano sempre improntate a un principio di attenta proporzionalità, tenendo nella giusta considerazione le evidenze scientifiche sul rischio di diffusione del COVID-19 in questi contesti e dando la massima importanza alle necessità didattiche, psicologiche, relazionali, fisiche di bambini e ragazzi, così come a quelle di tutti i lavoratori della scuola.
2. Auspichiamo che le autorità politiche e sanitarie e le istituzioni competenti affrontino, con appositi studi scientifici e con diffuse comunicazioni, il tema dei danni collaterali causati a bambini e ragazzi dalle misure di contenimento della diffusione del virus.
3. Posto che le mascherine – quando utilizzate correttamente e limitatamente ai casi in cui è necessario – sono un presidio importante e riconosciuto per il contenimento della diffusione del SARS-CoV-2, chiediamo che si rimuova l’obbligo di mascherina per i bambini sotto i 12 anni in linea con quanto espresso nel documento OMS-UNICEF del 21 agosto 2020.
4. Proponiamo che venga rivisto l’obbligo della mascherina nelle scuole di ogni grado, anche nei momenti di “non staticità”, soprattutto all’aperto, tenendo conto del parametro temporale dei 15 minuti, che, come generalmente indicato dalle autorità, è il tempo necessario perché si concretizzi un rischio elevato di contagio da contatto stretto con un positivo.
5- Per i casi in cui sia comunque richiesto l’uso della mascherina, chiediamo che sia favorito l’uso di mascherine lavabili, sicure, ecologiche, eventualmente da distribuire in forma gratuita e con adeguata regolarità a tutti gli studenti. Il danno ambientale causato dallo smaltimento quotidiano di milioni di mascherine chirurgiche monouso non differenziabili deve essere scongiurato.
6- Chiediamo che venga disincentivato l’uso della mascherina coprente da parte di maestre e maestri negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia, a favore di metodi e dispositivi di protezione che risultino comunque sicuri e certamente più accoglienti, che non privino i bambini di una parte essenziale della relazione con gli adulti: l’espressione del volto, che è fulcro del linguaggio emotivo e della comunicazione non verbale.
7- Chiediamo che negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia venga garantito il processo di graduale ambientamento con la presenza di un genitore, o altro adulto di riferimento, pur con le dovute precauzioni e gli adattamenti necessari alla situazione in cui viviamo. L’importanza di questo principio è stata riaffermata anche nei recenti documenti del MIUR, ma in molte realtà educative e scolastiche l’ambientamento è stato di fatto sospeso.
8- Chiediamo che le istituzioni prendano posizione contro iniziative locali aggiuntive di contenimento che possano risultare lesive della libertà, della dignità, della privacy e della salute psicologica di bambini e studenti: come per esempio il braccialetto elettronico e le “telecamere intelligenti” per il controllo della distanza interpersonale, i controlli delle misure anti-COVID-19 in prossimità della scuola da parte delle forze dell’ordine, regolamenti disciplinari che prevedano sanzioni punitive e umilianti rispetto ai protocolli anti-COVID-19, l’obbligo di indossare i guanti per toccare dispositivi o oggetti all’interno della classe.
9- Chiediamo che anche in Italia si adottino i parametri indicati dall’OMS, con l’aggiornamento del 27 maggio, in merito alla quarantena e ai tamponi, che prevedono per i sintomatici un isolamento di almeno dieci giorni dalla comparsa dei sintomi, più tre giorni senza sintomi; e per gli asintomatici un isolamento di dieci giorni dal tampone positivo; in entrambi i casi senza la necessità di un tampone negativo. Chiediamo quindi che sia rivista la durata della quarantena e che sia abbandonato il criterio del doppio tampone negativo per uscirne.
10 – Chiediamo che siano comunicate linee guida proporzionate, chiare e uguali per tutti in merito alle chiusure da attuare nel contesto scolastico – di una classe, di parte di essa, o dell’intero istituto – per evitare che vengano usati criteri diversi e discrezionali da istituto a istituto; e che la decisione di disporre l’allontanamento di alunni e studenti che presentino sintomi compatibili con COVID-19 sia rimessa in via esclusiva al medico, e non al personale scolastico.
Infine esortiamo i professionisti dell’informazione a dare anche su questi temi informazioni rigorose, scientifiche, puntuali, corrette e complete, rifuggendo da toni allarmistici e presentando dati e numeri in una forma ragionata e contestualizzata.
In conclusione: abbiamo visto i bambini e i ragazzi soffrire durante il lockdown, senza, a nostro avviso, che questa sofferenza venisse percepita e affrontata in modo adeguato dalle istituzioni; li abbiamo visti rimanere indietro rispetto alle altre categorie sociali nei passaggi con cui siamo entrati nella “fase 2”, fino a risultare gli ultimi per i quali si fosse disposti ad assumere qualche rischio; abbiamo visto partire con grande ritardo le iniziative necessarie per garantire la riapertura delle scuole in sicurezza, con dignità e con la massima possibilità di serenità per tutti, senza rischi di discriminazioni.
Adesso vogliamo che per i bambini e per i ragazzi – così come per tutti i lavoratori – la scuola sia un contesto sereno, sicuro e accogliente, un luogo di crescita, di educazione, di apprendimento, di confronto e di sana socialità.
Pillole di Ottimismo
Una versione più estesa di questo appello, con la bibliografia di riferimento e le referenze scientifiche, è pubblicata sulla pagina Facebook di Pillole di Ottimismo:
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