“Siamo di fronte all’ennesimo atto irresponsabile di chi sceglie il business a tutti i costi, nonostante l’ambiente sia sfruttato oltre ogni limite possibile”. Questo il commento di Monica Pecori, Consigliera regionale del Gruppo Tpt e di Eros Tetti, fondatore del movimento Salviamo le Apuane.
A illustrare il provvedimento all’aula e’ stato il presidente della commissione Sviluppo economico e rurale Gianni Anselmi (Pd), il quale ha ricordato che le modifiche si sono rese necessarie in seguito all’intervento della Corte Costituzione che (con la sentenza n. 228 del 20 settembre 2016) ne ha dichiarato l’illegittimita’, per la parte in cui qualifica la natura giuridica di beni estimati.
Tra le novita’ del nuovo provvedimento spicca quella dell’impegno alla lavorazione di almeno il 50 per cento del materiale da taglio nel sistema produttivo locale. Sulla durata delle autorizzazioni per le concessioni si provvede a individuare nell’ente competente al rilascio dell’autorizzazione, ovvero il Comune, il soggetto deputato all’eventuale proroga, che passa da due a tre anni. Sulle varianti all’autorizzazione, ha spiegato ancora Anselmi, si specificano i casi nei quali si procede con nuove nel caso in cui venga modificato l’assetto definitivo del sito, si introduce l’estensione superiore all’1,5 per cento della superficie del sito estrattivo e si toglie il riferimento alle aree vincolate. Introdotto, inoltre, un sistema di governance delle cave misto per quei siti in cui sono presenti soggetti pubblici e privati. Se la maggior parte e’ in mano al privato e’ possibile procedere all’affidamento diretto; se la maggior parte e’ pubblica si prevedono consorzi obbligatori tra le imprese. E si prevede, infine, l’acquisizione da parte del Comune in caso di inerzia dei privati, previo indennizzo.
Sono state anche introdotte premialita’ per “l’impegno allo sviluppo di un progetto di interesse generale per il territorio, che attraverso nuovi investimenti sia in grado di generare un impatto positivo sull’occupazione, sull’ambiente e sulle infrastrutture”. Infine, e’ prevista la costituzione di un nucleo tecnico di valutazione, formato da tecnici regionali ed esperti esterni, per fornire un parere preventivo e non vincolante ai Comuni, e nasce il Comitato di distretto Apuo-versiliese con l’obiettivo di promuovere l’attivita’, la ricerca e la valorizzazione del materiale lapideo estratto.
“Nonostante si parli di overshoot day ogni giorno – afferma Pecori- di una domanda sempre maggiore di risorse che la terra non è in grado di offrire, non è ancora chiaro che le Alpi Apuane non sono infinite, che oggi, per ogni tonnellata di marmo buono che si scava, si producono tre tonnellate di detriti, unico interesse di un business fatto alle spese dell’ambiente e che non ha nessuna ricaduta positiva sulla comunità carrarese. Il marmo scavato va in Cina grezzo e torna da noi lavorato alla faccia del valore artistico che la Toscana ha sempre avuto in tal senso.”
“Il futuro delle Api Apuane -conclude Pecori- sta nella difesa dell’identità e della cultura locale. In un’economia alternativa a quella dell’escavazione e veramente circolare. Penso all’agricoltura, alla pastorizia, al turismo, al commercio o all’artigianato”. “Davanti alla legge 35, che consente l’escavazione dovunque, il mondo civile, deve alzarsi in piedi dimostrando indignazione, non si può oggi continuare a scavare in parco naturale o in luoghi di pregio ambientale come le Alpi Apuane. Siamo davanti ad una catastrofe ambientale e climatica e la politica, tutta, sta discutendo di questioni secondarie pur di non cambiare direzione a questo mondo che va verso un baratro” afferma poi Eros Tetti fondatore del movimento Salviamo le Apuane e presidente della ReTe dei Comitati per la Difesa del Territorio.
«No agli aumenti dei canoni mentre si comprime la libertà d’impresa con mille vincoli e limitazioni: così si penalizzano l’attività estrattiva e tutto il settore cave con i suoi oltre 8mila occupati, tra diretti e indiretti. E noi a questa modalità normativa della maggioranza di sinistra regionale siamo contrari»: a ribadire la posizione di Forza Italia su legge e Piano Cave, tradottasi in aula in voto contrario ai due provvedimenti approvati dalla maggioranza, sono i Consiglieri regionali azzurri Maurizio Marchetti (Capogruppo) e Marco Stella (Vicepresidente dell’Assemblea toscana).
“Il confronto in Consiglio regionale sul nuovo Piano cave e sulla Legge sempre legata alle attività estrattive poteva essere l’occasione per adottare una normativa migliore negli interessi di tutti; così non è stato per la solita pregiudiziale chiusura del Partito democratico nei confronti di alcuni partiti di opposizione, in primis la Lega”. Lo afferma la capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Elisa Montemagni.