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Arezzo: 300.000 euro a famiglia per morte dopo dimissioni precoci

Tribunale Arezzo

Ammonta a circa 300.000 euro il risarcimento disposto dal giudice in sede civile per la famiglia di Stefano Rofani, 39enne di Cortona morto subito dopo esser stato dimesso dal pronto soccorso dell’ospedale di Santa Margherita della Fratta dove si era andato per un malore.

Il giudice del tribun ale di Arezzo Carlo Breggia ha stabilito che se “Rofani fosse stato trattenuto in ospedale e fossero state applicate le linee guida del protocollo avrebbe potuto salvarsi”. Lo stesso giudice ha condannato la Asl Toscana Sud Est ad un risarcimento di circa 300.000 euro.

Stefano Rofani morì a soli 39 anni il 6 ottobre 2014 mentre tornava a casa, poche ore dopo esser stato visitato e dimesso con una diagnosi di ernia iatale dal pronto soccorso dell’ospedale situato in Valdichiana, in provincia di Arezzo.

Secondo il tribunale fu proprio la dimissione precoce del paziente a causarne la morte. Se lo stesso paziente, è in buona sostanza il ragionamento seguito dal giudice, fosse stato sottoposto a monitoraggio, come previsto dalle linee guida in certi casi, la fibrillazione finale, conclude il giudice, sarebbe stata affrontata e corretta o risolta.
La vicenda penale, a carico di quattro imputati, tra medici e infermieri, accusati di omicidio colposo, era stata invece archiviata dopo la richiesta del pm Alessandra Falcone per la non esistenza di un nesso causale tra la dimissione dall’ospedale e il decesso visto che il paziente avrebbe sofferto di un’anomalia cardiaca. Un aspetto, però, che non risulterebbe dalle perizie fatte durante le indagini.

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