Ven 15 Nov 2024
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Arpat: annuario 2022 dei dati ambientali in Toscana. Peggiora acqua fiumi, bene posidonia

Firenze, nella giornata di oggi l’Arpat ha presentato l’Annuario 2022 dei dati ambientali della Toscana.

Da quanto emerge da questa 11/a edizione dell’Annuario ambientale sono presenti alcune note negative, come lo stato chimico del mare giudicato “non buono” per tutta la costa toscana o le criticitĂ  per la concertazione di inquinanti nell’aria e il peggioramento nei fiumi. C’è anche qualche nota positiva come una “leggera diminuzione di molti inquinanti prioritari” in acqua e un buon stato di ‘salute’ della posidonia (N.d.A. pianta acquatica). Sulla qualitĂ  dell’aria, a fronte di una “situazione complessivamente positiva”, seconda l’Arpat non mancano alcune criticitĂ  per tre inquinanti: Pm10, biossido di azoto e ozono, soprattutto nella zona del Valdarno, della piana Lucchese e di Firenze.

In merito allo stato dei fiumi, il 2% raggiunge nel 2021 l’obiettivo di qualitĂ  ecologica elevata, il 41% lo stato buono. Confrontando i dati 2019-2021 con il triennio precedente emerge, spiega Arpat, “una riduzione dei corsi d’acqua in classe elevata, buona e sufficiente e un aumento del numero dei corsi d’acqua classificati come scarsi e cattivi”. Per quanto riguarda il mare, nel triennio 2019-2021 lo studio rileva uno stato ecologico “elevato/buono per tutti i corpi idrici” accetto quelli della costa del Serchio e costa Albegna. Mentre lo stato chimico risulta essere “non buono” per tutta la costa, in particolare per la presenza di mercurio e difenileteri bromurati nei pesci, oltre al mercurio nelle acque. “Nel complesso – dice Arpat – emerge la permanenza di criticitĂ  diffuse, ma si registra una leggera diminuzione nelle concentrazioni di molti inquinanti prioritari”.

Con riferimento alla posidonia “lo stato di qualitĂ  ecologica di questa pianta marina è risultato tra buono ed elevato”. Per i procedimenti di bonifica risulta che i siti interessati sono 4883. In Toscana risultano 13 stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante di soglia inferiore. “A 9 gestori su 13 di questi stabilimenti – dice Arpat – sono state richieste misure integrative”.

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