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Arpat: ‘Buono stato’ solo per 18% acque falda Toscana

Rispetto al triennio 2013-3015, si legge nel rapporto Arpat, l’analisi chimica delle falde sotterranee della Toscana mostra una diminuzione di corpi idrici in stato ‘buono’ dal 23% al 18%. Tra le situazioni più critiche, emergono dal rapporto quelle di Firenze e Prato.

Peggiora la qualità delle acque sotterranee in Toscana: calano i cosiddetti corpi idrici in stato ‘buono’ a causa di contaminazioni di tipo urbano, industriale e agricolo. Lo rende noto l’Arpat con l’ultimo monitoraggio, relativo al triennio 2016-2018, che ha preso in esame 65 corpi idrici e 435 stazioni di monitoraggio regionali.

Rispetto al triennio 2013-3015, si legge nel rapporto Arpat, l’analisi chimica delle falde sotterranee della Toscana mostra una diminuzione di corpi idrici in stato ‘buono’ dal 23% al 18% ed in stato ‘buono fondo naturale’, dal 25% al 11%. Sale invece la percentuale di falde in stato ‘buono scarso locale’, dal 36% al 40%, così come la percentuale assoluta dello stato ‘scarso’ che si incrementa dal 18% al 31%.

Tra le situazioni più critiche, emergono dal rapporto quelle di Firenze e Prato per situazioni riconducibili a contaminazioni antropiche di tipo urbano o industriale, della falda profonda della Chiana per contaminazioni di origine agricola come fitofarmaci e nitrati, e delle aree di Santa Croce sull’Arno (Pisa), Val d’Elsa, piana del Cornia, pianure all’Elba (Livorno) per le alterazioni antropiche.

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