Arresti domiciliari per la 31enne di Prato indagata per atti sessuali con con un ragazzo minorenne al quale impartiva ripetizioni scolastiche nel tempo libero, essendo impiegata come operatrice sanitaria. L’arresto sarebbe scattato per possibile reiterazione di reato e possibile inquinamento di prove.
Sono tre i reati contestati alla 31enne di Prato, arrestata questa mattina nell’ambito dell’indagine che cerca di far luce sulla vicenda di una relazione sessuale che la donna avrebbe avuto con un minorenne: oltre agli atti sessuali con minore, la stessa fattispecie di reato che viene contestato anche prima che la vittima compisse 14 anni, c’è anche la violenza sessuale per induzione. Secondo quanto ha riferito il procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi, infatti, la donna avrebbe minacciato il ragazzino che non voleva più avere rapporti sessuali con lei: in particolare gli avrebbe più volte detto, tramite messaggi di whatsapp, che qualora lui non avesse voluto proseguire la relazione, lei si sarebbe tolta la vita o avrebbe portato il loro figlio nei pressi della scuola che frequenta il ragazzino.
Sarebbe stato l’allenatore del ragazzino il primo a ricevere le sue confidenze sul rapporto con la donna che lo avrebbe reso anche padre. A lui il ragazzo avrebbe raccontato come, ancora 13enne, durante una ripetizione d’inglese nella sua abitazione avrebbe accusato un forte mal di testa tanto da doversi stendere sul suo letto. La donna, secondo il racconto, “gli si sarebbe posta sopra denudandosi”. Altri rapporti – chiarisce l’ordinanza – sarebbero poi seguiti sia a casa dell’adolescente sia in quella della donna. Il documento del giudice per le indagini preliminari specifica inoltre che il ragazzo sarebbe venuto a sapere di essere padre del bambino nel dicembre 2017: la donna glielo avrebbe rivelato mentre era incinta di pochi mesi.
L’ordinanza di circa 40 pagine, di custodia cautelare ai domiciliari è stata eseguita dalla polizia di Prato nelle prime ore di questa mattina. Nei giorni scorsi la 31enne aveva resto dichiarazioni spontanee davanti ai pm della Procura di Prato. Gli arresti domiciliari, secondo la Procura, sono stati resi necessari per evitare l’inquinamento delle prove e la reiterazione del reato da parte della donna, un’operatrice sociosanitaria che lavora in una casa di riposo e che ha già un altro figlio di 11 anni avuto dal marito.
Contemporaneamente alla consegna dell’ordinanza di custodia gli agenti della squadra mobile hanno anche eseguito una perquisizione nei confronti dei coniugi sequestrando altro materiale nella loro abitazione a Prato.
Nell’inchiesta un avviso di garanzia è stato recapitato questa mattina al marito. L’uomo è indagato per il reato di ”alterazione di stato”, perché, secondo la Procura, avrebbe alterato lo stato civile del neonato, nato dalla relazione con il ragazzino, in maniera consapevole pur sapendo che il bimbo dato alla luce dalla moglie non era suo figlio.
“Domani presenteremo richiesta di riesame al tribunale della libertà”. Così l’avvocato Mattia Alfano, che assiste la 31enne commenta l’arresto.
“Non abbiamo verificato casi di contatti con altri minori, ma la possibilità che questi potessero avvenire, date le premesse, ci ha spinto a chiederne l’arresto per possibile reiterazione del reato”. Lo ha detto il procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi riferendosi anche alla “frequentazione di certi siti internet” da parte della 31enne che “potrebbe essere un presupposto per eventuali nuovi contatti”.
“Assieme al possibile inquinamento delle prove, questo fatto – ha aggiunto Nicolosi -, costituisce per noi un motivo valido per chiedere la misura cautelare al giudice”, anche se allo stato non ci sono circostanze che dimostrino “contatti con altri minori” o che la donna li abbia cercati.