L’imponente tela, appena comprata dal museo per 450mila euro, diverrà presto protagonista in Galleria nelle sale della pittura del XVII Secolo. Il direttore Verde: “acquisizione iconica, arricchisce e completa il nucleo collezionistico barocco, riportando in Italia un dipinto altrimenti destinato all’esilio perché non vincolato e da molti anni all’estero”
Un sulfureo capolavoro dell’arte esoterica, La Strega del tormentato e originale pittore seicentesco Salvator Rosa, entra a far parte della collezione degli Uffizi; presto sarà accolta in Galleria, nelle sale dei maestri del XVII Secolo, ma intanto, subito dopo le feste natalizie, avrà un suo momento espositivo speciale, nella Sala Bianca di Palazzo Pitti.
Al centro dell’imponente dipinto, la maga malvagia compare inginocchiata; il suo corpo è sgraziato, cadente e il pittore vi infierisce quasi ossessivamente, accentuandone i segni del tempo e mescolando i tratti femminili con caratteristiche più androgine. Il dettaglio più sinistro e raccapricciante della composizione è però il bambino avvolto in un panno, nella penombra in secondo piano, alle spalle della fattucchiera. Si tratta di un bimbo morto, in riferimento alla leggenda secondo la quale le streghe utilizzavano il sangue infantile per preparare le loro pozioni magiche.
Il soggetto stregonesco ricorre nella produzione di Salvator Rosa e appartiene tipicamente agli anni del soggiorno fiorentino, nei quali va collocata cronologicamente anche questa tela. Nella scelta iconografica, Rosa richiama la tradizione dei pittori nordici di Cinque e Seicento, da Dürer a Baldung Grien a Jacques de Gheyn. Al tema della magia il pittore dedicò poi anche alcuni componimenti letterari, tra i quali un’ode intitolata proprio La Strega (1646), incentrata sul tema della maledizione lanciata da una strega contro un uomo che non ha ricambiato il suo amore, testo che peraltro contiene non pochi elementi in comune con il dipinto appena comprato dal museo fiorentino.
Circa 450mila euro la somma pagata dal museo, il cui comitato scientifico ha dato parere favorevole all’acquisto; l’opera si trovava all’estero da un numero sufficiente di anni tale da non poter più essere più vincolata, e, oggetto di interesse da parte di svariati musei internazionali, rischiava di non rientrare mai più in Italia.
Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde: “Il prezioso ingresso in collezione della Strega di Salvator Rosa ci permette di accrescere qualitativamente il nucleo collezionistico della pittura seicentesca del museo con un autore che, napoletano di nascita e formazione, si muove tra Roma e Firenze caratterizzando in modo originalissimo l’arte italiana ed europea della metà del secolo. Le Gallerie degli Uffizi annoverano un cospicuo numero di dipinti di Rosa, soprattutto paesaggi e scene di genere, ma – a parte le Tentazioni di Sant’Antonio – il tema magico e stregonesco, che viene sviluppato dal pittore proprio a Firenze, risultava finora assente; adesso, grazie all’arrivo della Strega, possiamo dire di aver colmato in modo più che soddisfacente tale lacuna. Con questo capolavoro, un autentico manifesto teorico della pittura barocca, gli Uffizi si dotano dunque di un’altra potente icona, restituendo all’Italia un capolavoro altrimenti destinato all’esilio”.