Al Teatro della Pergola, da domani a domenica 16 febbraio, Geppy Gleijeses dirige “Arsenico e vecchi merletti” di Joseph Kesserling, con due monumenti del teatro italiano, Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini. Gleijeses si ispira liberamente alla regia di Mario Monicelli, del quale ricorre quest’anno il decimo anniversario della scomparsa.
«È un carnevale di paradossi – affermano Guarnieri e Lazzarini – una sfilata di tipi umani grotteschi, a cominciare dalle nostre zie Brewster, apparentemente due care vecchiette. “Arsenico e vecchi merletti” è uno dei capolavori della comicità teatrale e cinematografica, definita dal “New York Times” una commedia “così divertente che nessuno la dimenticherà mai”».
Il titolo è universalmente noto soprattutto grazie al film di Frank Capra, interpretato da Cary Grant, adattamento, a sua volta, del grande successo teatrale di Broadway.
Non una farsa macabra, né una satira del giallo. Piuttosto, un tipo di commedia da noi poco praticato e di cui non abbiamo grandi riscontri autorali: “il brillante”. Per tradizione autorale o eredità diretta, infatti, i nostri generi più diffusi sono la tragedia e la farsa, che discende per i rami dalla Commedia dell’Arte.
«Per me è stata un’opportunità: uno spettacolo che è divertente e intelligente – afferma Anna Maria Guarnieri– si tratta di una sorta di ‘macchina da guerra’ dal punto di vista della proposta interpretativa, perché tutto in scena è caratterizzato da un’estrema leggerezza. Il risultato rimane il medesimo in tutte le piazze in cui siamo stati: ovunque la gente si diverte. Inoltre, l’incontro con Giulia Lazzarini è stato per me molto piacevole: recitare insieme è una gioia».
Le fa eco proprio Lazzarini: «Il mio personaggio in Arsenico e vecchi merletti è perfetto. Non sempre capita di avere la facilità di interpretare un ruolo che ti appartiene, sia per età e anche per ironia, conquistata a teatro nel corso degli anni. Io e Anna Maria Guarnieri – aggiunge – ci conosciamo da tempo, questo spettacolo è stato un incontro bello e sicuramente una scommessa, per entrambe».
Il severo critico teatrale Mortimer Brewster (interpretato da Paolo Romano), ex scapolo convinto, torna a casa dalle zie Marta e Abby per raccontare del suo fresco matrimonio con Elaine Harper, ma scopre che le due amabili e anziane ziette ‘aiutano’ quelli che affettuosamente chiamano i ‘loro signori’, ossia gli inquilini ai quali affittano le camere a lasciare la vita con un sorriso sulle labbra, offrendo loro del vino di sambuco corretto con un miscuglio di veleni. Poi, li seppelliscono nel ‘Canale di Panama’, la cantina di casa dove il fratello di Mortimer, che crede di essere il Generale Lee, il Teddy di Mimmo Mignemi, scava e ricopre di continuo nuove buche per occultare i cadaveri. Deciso a porre fine alla pazzia delle due zie e del fratello, Mortimer cerca di far internare Teddy in una casa di cura, ma i suoi piani vengono sconvolti, fino a scoprire un’inconfessabile verità.
In scena ci sono anche Maria Alberta Navello, Mimmo Mignemi, Luigi Tabita, Tarcisio Branca, Bruno Crucitti, Francesco Guzzo, Daniele Biagini, Lorenzo Venturini. Le scene sono di Franco Velchi, i costumi di Chiara Donato, le musiche di Matteo D’Amico, l’artigiano della luce è Luigi Ascione. La traduzione è di Masolino D’Amico. La produzione è di Gitiesse Artisti Riuniti, diretta da Geppy Gleijeses.
«Credo che la risata del pubblico – spiega Guarnieri – sia tra le cose più complicate da raggiungere, per ogni interprete. Del resto, tutto è difficile: si tratta di pescare dentro se stessi l’emozione giusta, è così che si trova il modo per arrivare con verità verso un nuovo personaggio. Bisogna studiare e lavorarci molto, sui ruoli: la recitazione è un lavoro che richiede impegno, costanza e dedizione».
Interviene Lazzarini: «Nella mia carriera ho affrontato il teatro brillante, anche se non mi definirei un’attrice comica. La comicità, a mio parere, è semplicemente e puramente un dono, mentre la componente drammatica si può imparare o costruire. Comicità – chiarisce – è uguale a spontaneità, al piacere di dire una battuta come se fosse una musica o si leggesse uno spartito».
La catalogazione impossibile dell’opera oscilla dunque tra dark comedy e giallo-rosa. Tecnica pura, in certi casi slapstick, divertimento assoluto: i congegni comici, i diagrammi geometrici dei rapporti tra i personaggi che, come in Feydeau, prendono la forma di un diamante, la purezza dell’intreccio, raggiungono qui il massimo dell’originalità. Arsenico e vecchi merletti è un congegno di alta precisione, una meccanicità che si sublima nella genialità, nell’ebbrezza di un gioco tenuto costantemente sul limite del funambolismo.
11 – 16 febbraio
(ore 20:45, domenica 15:45)
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com.