Dal 25 luglio al 31 agosto, presso Studio G. Bianchi in via Machiavelli a San Casciano, la mostra dei lavori di 3 pittori sancascianesi. Dall’astrattismo al realismo della tradizione.
Gianna Bianchi nasce a Firenzeda una famiglia di artigiani/pittori, da tante generazioni: il bisnonno faceva il decoratore; il nonno, dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte di Firenze negli anni ’20, ha lavorato come copista in uno dei più importanti negozi di antiquariato dell’epoca. Lo stesso nonno ha poi trasmesso la sua passione per la pittura al padre di Gianna che nel ’61, dopo essersi diplomato al Liceo Artistico di Firenze, insieme a lui ha aperto la ditta Bianchi Riccardo.
Anche Gianna, come Altero, il nonno, ha frequentato l’Istituto d’arte di Firenze dal 1978 al 1983 e l’anno è sono entrata a far parte dello staff. Dal 2010, quando il padre si è ritirato ed è andato in pensione, la ditta Bianchi Riccardo è stata affidata alla figlia Gianna.La particolarità dei manufatti che escono dal suo studio, è quella di “sembrare antichi”. Cosa questa, resa possibile grazie ad una preparazione con gesso e colla con cui l’artista prepara i supporti che poi dipinge, esattamente come facevano maestri nel 1500.
Da qualche tempo si è trasferita nel cuore del Chianti, a San Casciano, un piccolo paese con un centro storico e un museo di Arte Sacra che merita una visita. Anche se molto legata a Firenze, una delle città più belle al mondo, l’artista adora stare in mezzo alle viti e agli olivi, situazione che è anche fonte di ispirazione.
Roberto D’Ambrosio nasce a Salerno nel 1947. All’età di sei anni si trasferisce con la famiglia a Trieste, un piccolo angolo di mondo dal “sapore” mitteleuropeo. A Trieste, dopo aver ottenuto il diploma all’Istituto d’arte, viene guidato da artisti quali Riccardo Bastianutto, Ladislao De Gaus, Bruno Chersicla, Gianni Russian e Miela Reina, prima di approdare nello studio di Riccardo Tosti (artista cresciuto con Carlo Wostry), col quale passa sette anni.
Nel 1965 vince una borsa di studio e si reca a Milano per tre anni. Qui si specializza nel settore dell’arredamento e decorazione di interno. Nello stesso tempo apre anche il suo primo studio di pittore a Lissone, vicino Milano. Negli anni a seguire Roberto apre una sua galleria a Trieste, viaggia in tutto il mondo e realizza numerose mostre in molte città. L’ultimo viaggio fino ad oggi è nel nord della Francia, dove Roberto è rimasto affascinato dalla bellezza e della natura e dalla particolare luce che si riflette nelle sue tele.
I quadri di Roberto D’Ambrosio, in gran parte olii su tela, rivelano grande attenzione allo studio della pittura, portando la critica a definire i suoi dipinti:
“un esempio vivente di quel romanticismo e melanconico impressionismo fin de siecle”.
D’Ambrosio è arrivato a costruire un suo stile personale caratterizzato da delicate sfumature, un equilibrato accostamento delle tonalità calde e fredde, una magica luce al sole o alla luna. Specialista di soggetti del mare (marine) e nello studio delle luci, mostra anche un particolare gusto per realizzare sulle sue tele tipici caffè viennesi, mercati di fiori e di pesce, momenti di vita quotidiana.
Markus Holzinger nasce il 25 agosto 1967 a Wiesbaden, in Germania da un padre eccellente scultore. Ma la pittura è stata una passione inaspettata per Markus. Vive dal 1975 in Toscana dove si è laureato in Filosofia all’Università di Firenze nel 1996.
Consulente informatico dal 1997 è oggi tecnico informatico. Residente a San Casciano in Val di Pesa
Dopo i primi lavori realizzati con componenti dei calcolatori, e quindi fotemente incolore, sentì di doversi arricchire di colore: blu, rosso, giallo e verde, che poi trasformò in forme, linee, morbidezza, emozione, connessioni, giochi. In pochissimo tempo, ha sperimentato molte tecniche e tipi diversi di materiale esaminandone attentamente le applicazioni. La pittura di Markus ha un merito singolare: ci fa sentire. E questi sentimenti si trasformano in geografia, ogni minuto, ogni secondo della vita in qualcosa che ci sorprende. E per un momento perfetto ci resta il ricordo dello stupore.