Il 39% dei lavoratori delle imprese artigiane della Toscana in Cassa integrazione appartiene al settore pelletteria, e il 18% al tessile-moda.
E’ quanto affermano i dati dell’ente bilaterale Ebret citati da Cna e Confartigianato Toscana, che chiedono alla Regione “un tavolo di crisi regionale che risponda in maniera urgente alle gravi difficoltĂ del Sistema Moda”. Secondo i dati del Fondo bilaterale di solidarietĂ per l’artigianato Fsba, le richieste di sostegno per le imprese toscane sono passate dai 700.000 euro del 2023 agli oltre due milioni di euro del mese di novembre 2023, con cifre in aumento anche per il 2024 a causa delle maggiori richieste da parte delle imprese del tessile, pelletterie, abbigliamento, accessori metallici e concia. “Molte aziende stanno giĂ per terminare gli strumenti di sostegno a disposizione – sottolineano Cna e Confartigianato -, con il serio rischio di dover ricorrere a licenziamenti fino ad arrivare, nella peggiore delle ipotesi, alla chiusura dell’attivitĂ ”. Oltre all’estensione straordinaria della possibilitĂ di ricorrere alla Cig, la definizione di ammortizzatori sociali ad hoc per le Pmi, e strumenti che incentivino sul territorio nazionale l’acquisto di prodotti Made in Italy, “si rende necessaria e urgente – affermano il presidente di Cna Federmoda Toscana Paolo Pernici e il presidente di Confartigianato Moda Toscana Moreno Vignolini – un’azione da parte della Regione nei confronti dell’Esecutivo per chiedere con forza la sospensione dei prestiti Covid e delle rate dei mutui a carico delle imprese”.