Asfalto sulla strada del Pratomagno nell’aretino. Stanziato dalla Regione Toscana, su proposta dell’assessore Baccelli, ben 1 milione e 800 mila euro per messa in sicurezza e manutenzione straordinaria, che significheranno di fatto una colata di asfalto di 12 km di strada crinale che attraversa il Pratomagno.
Ma per quale sostenibilità e per quale turismo? ascolta il nostro PODCAST cliccando QUI
Abbiamo cercato di sollecitare degli interlocutori che come cittadini, ambientalisti ed esperti di territorio potessero dare un contributo ad una riflessione che chiami in causa le istituzioni invitandole ad una politica responsabile dal punto di vista ambientale ma anche strategica per la vocazione turistica di una regione come la Toscana che deve ‘educare’ ad un turismo della bellezza e non della velocità, del rispetto e non del consumo.
“Con l’asfaltatura si porta la città in montagna e si incentiva un turismo mordi e fuggi, altro che riqualificazione” afferma Philip Laroma Jezzi, avvocato e docente amante della montagna che ha sollevato il tema in un post social chiamando le istituzioni alle loro responsabilità.
No all’asfalto nelle aree protette del pratomagno è il nome anche di una petizione lanciata dall’associazione ambientalista Gekko Italia secondo la quale “Il rospo ululone e molte altre specie rare rischiano di scomparire e il Pratomagno rischia di perdere la sua unicità”.
“Qui si tratta di decementificare e portare avanti politiche ecologiche che tengano conto degli equilibri che a catena possono incidere su tutti noi’.
Ribadisce Paolo Pileri docente di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano ed autore de L’intelligenza del Suolo.