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Asl condannata a rimborsare operazione salvavita nel privato

Alla terza operazione resasi necessaria nel giro di un mese per un tumore all’intestino un artigiano di 66 anni di Lucca, anziché proseguire con l’ospedale cittadino di San Luca, decise di rivolgersi a un chirurgo oncologico di Pisa che operava in intramoenia all’ospedale di Cisanello. Per la prestazione gli versò 27.000 euro.

Ora, come riporta Il Tirreno, una sentenza del tribunale civile ha condannato la Asl Toscana Nord Ovest a un risarcimento al paziente di 100.000 euro comprensivo del rimborso del costo dell’intervento salvavita.

La vicenda risale all’agosto 2021 con due operazioni a distanza di pochi giorni, entrambe all’ospedale di Lucca. Pochi giorni dopo la prima, il 66enne fu dimesso e dovette essere di nuovo ricoverato per un secondo intervento. Ma, riporta il quotidiano, la patologia tornò a insorgere di nuovo nel giro di breve tempo, allora il paziente, a questo punto non fidandosi più dei chirurghi di Lucca, decise di affidarsi a uno specialista pagando la prestazione in regime di libera professione.

La Asl non voleva rimborsare i 27.000 euro e aveva resistito affermando che “si trattò di una libera scelta del paziente”, “visto che lo stesso intervento in intramoenia era stato proposto anche a Lucca in regime istituzionale”. Però il tribunale in base ai periti ha rilevato una “doppia inadeguatezza dei sanitari di Lucca, vuoi in punto di intempestività ed inopportunità della dimissione a seguito del primo intervento, vuoi in punto di non correttezza del secondo intervento”.

Inoltre, sulla scelta dell’artigiano di rivolgersi a un altro chirurgo, tale “decisione fu presa in una situazione caratterizzata”, “per un verso da un quadro di gravità e urgenza”, “per un altro che era reduce da un duplice intervento” a Lucca “e appare comprensibile che non solo non si sia rivolto nuovamente ai sanitari dai quali era già stato operato, dati gli esiti degli interventi, ma non si sia fidato neppure di rivolgersi ad altri sanitari”, “o altra struttura” del Servizio sanitario pubblico nazionale, e “abbia optato per la soluzione della libera professione intramoenia, che gli garantiva l’intervento di sanitari di propria fiducia”.

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