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Assemblea Odg Toscana, Bartoli: “La professione è cambiata, il Parlamento deve fare la riforma”. Marchini: “La sfida è rimanere al passo con i tempi”.

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Firenze, durante la prima assemblea in presenza dell’Ordine dei giornalisti Toscana, si è ribadita l’importanza della qualità dell’informazione, purché sia al passo con i tempi.

“La nostra professione sta profondamente cambiando, e cambia a una velocità incredibile: la sfida è rimanere al passo con i tempi, in un momento in cui il web inonda di informazioni che devono essere ovviamente sottoposte al nostro controllo, che non può prescindere dall’etica e dalla deontologia”. Ad affermarlo è Giampaolo Marchini, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, in occasione dell’assemblea annuale, questa volta in presenza a Firenze dopo i due anni di pandemia. “Mi piace ribadire che è proprio in una fase così delicata – ha detto Marchini – che è importante ritrovarsi, come comunità. Ci uniscono i valori del buon giornalismo e la consapevolezza che solo portando alti i principi della deontologia, e della qualità dell’informazione, sarà possibile affrontare e quantomeno gestire questa crisi”.

Durante l’assemblea sono stati approvati il bilancio consuntivo 2022 e il bilancio preventivo 2023 dell’Odg Toscana. Si è conclusa inoltre con la consegna delle targhe d’onore a diversi giornalisti, professionisti e pubblicisti con 40 e 50 anni di anzianità di iscrizione nell’Albo, oltre 80 i giornalisti toscani a raggiungere questo traguardo.

Durante l’assemblea è intervenuto anche Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti, a proposito dei nuovi criteri interpretativi per l’accesso al praticantato approvati dal Cnog. La professione giornalistica “è completamente cambiata, le modalità, i luoghi e i linguaggi sono completamente cambiati, e quindi occorre rimettere la legge al passo con i tempi: se questo non si fa, si rischia di morire per asfissia”. “Occorre precisare che non è una riforma, ma è un provvedimento tampone, perché la riforma la deve fare il Parlamento e anzi, noi spingiamo da anni, da decenni, affinché lo faccia”.

“Dobbiamo far entrare con attenzione, con gradualità, con discernimento – ha affermato ancora Bartoli -, coloro che fanno giornalismo ma che, sulla base della legge attuale, non possono diventare giornalisti. Chi lavora in un ufficio stampa; chi fa il videomaker magari in Ucraina o nelle piazze italiane e non ha un contratto, o lavora per contractor che hanno sede all’estero; per i fotoreporter che lavorano con le grandi testate internazionali, per chi lavora nelle grandi trasmissioni televisive che non sono testate, e tutte le maggiori non lo sono. Questi oggi non hanno diritto di diventare giornalisti: lo diventano facendo ricorso, o facendo ricorso alla magistratura. Mi pare che ci si debba rimettere un po’ al passo con i tempi”.

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