Non ci sarĂ , alle comunali di giugno, una lista ispirata ai valori e alla visione dellâAssociazione 11 agosto. Lo comunica la stessa associazione promossa dallo storico dell’arte Tomaso Montanari sul sito della realtĂ che si era costituita a febbraio per creare una progettualitĂ condivisa a sinistra, che naufraga in vista delle amministrative.
AUDIO: Il servizio della direttrice editoriale di Controradio, Chiara Brilli.
Di seguito il testo dell’annuncio sul sito dell’associazione:
Siamo nati con un appello a sortirne insieme, e continueremo a lavorare â piĂš di prima, e meglio di prima â per costruire questâaltra politica. Siamo nati con uno sguardo lungo, e la determinazione a un cammino capace di cambiare noi stessi e lo stato delle cose: è quello che faremo, convinti che lâunico modo di credere veramente nel 25 aprile è attuare il progetto della Costituzione.
Abbiamo lavorato perchĂŠ questo vento nuovo iniziasse a soffiare fin dallâoccasione preziosa delle prossime elezioni: ma alla fine e nonostante tutti i nostri sforzi non potrĂ essere cosĂŹ. Fin dallâinizio abbiamo detto che il nostro obiettivo era duplice: impedire che anche Firenze, come la maggior parte dei capoluoghi toscani, finisse nelle mani di questa destra di matrice fascista; e liberare Firenze da uno stato delle cose che la riduce a merce e la rende ogni giorno piĂš diseguale e ingiusta.
Per riuscirci, abbiamo detto, ci voleva non una lista in piĂš nellâarcipelago frazionato della sinistra, ma una coalizione larga. Una coalizione capace di superare la destra, tagliandola fuori e andando al ballottaggio con il Pd: è successo a Campi, non era impossibile. Avevamo un bellissimo progetto, e nomi autorevoli (e mai usciti sulla stampa) per la candidatura a sindaco, e per una squadra di governo da proporre agli altri soggetti della coalizione.
Per arrivare a farlo câerano due condizioni: che il Movimento 5 Stelle prendesse atto che anche a Firenze il Pd non presenta alcun elemento di discontinuitĂ rispetto alle politiche adottate dalle giunte Renzi e Nardella e si presenta sempre piĂš come una odiosa macchina di gestione del potere; e che Firenze CittĂ Aperta, Sinistra Progetto Comune, Firenze Democratica e possibilmente altre realtĂ accettassero di stare insieme, in coalizione.
Con Firenze Città Aperta si è registrata da subito una totale sintonia, ed anche con Firenze Democratica il dialogo è stato aperto e promettente, pur nelle differenze. Ma altre due forze fondamentali hanno sbarrato la strada alla realizzazione della coalizione.
Dopo una estenuante attesa, che ha consumato ormai il tempo di ogni possibile scelta diversa, il M5S sta ancora trattando per fare da stampella a un sistema di potere che piĂš lontano dai suoi valori non potrebbe essere. Lo sta decidendo a Roma, con una scelta tatticista e indifferente a valori e democrazia, rovesciando le aspettative della stragrande maggioranza della sua base fiorentina. Una scelta suicida e incomprensibile: la scelta di chi, danneggiando se stesso, distrugge ogni possibilitĂ di vero cambiamento.
E Sinistra Progetto Comune, dopo aver deciso di lanciare la candidatura di Dmitrij Palagi tre giorni prima della annunciata nascita di 11 agosto, ha sempre dimostrato diffidenza sulla possibile nascita della coalizione; si è rifiutata di firmare con 11 agosto un appello pubblico al Movimento 5 Stelle, ed infine, nel momento decisivo, pur affermando ampia sintonia con il progetto di cittĂ proposto da 11 agosto, si è rifiutata di confrontarsi sui programmi punto per punto per decidere se fosse o meno possibile stare in coalizione con Firenze Democratica di Cecilia Del Re, e con gli altri possibili soggetti coinvolti nella coalizione, adducendo che ormai ânon vi era piĂš tempoâ per cercare una ampia convergenza. Ma il tempo, allora, câera: ed è forte la delusione per una scelta a priori, miope e frazionista, che finisce col fare solo gli interessi delle tante forze politiche, compreso il Pd fiorentino, che si oppongono al vento del cambiamento e per le quali una opposizione di sinistra frazionata e dunque debole rappresenta la migliore garanzia di conservazione del potere.
Di fronte a questo scenario â che in ogni modo, per mesi, abbiamo inutilmente cercato di scongiurare â restava la scelta di presentare comunque una lista. Ma sarebbe un grave errore. Un conto è costruire una coalizione capace di escludere la destra dal ballottaggio e poi contendere la cittĂ al secondo turno, offrendo unâalternativa forte e credibile al sistema del Pd fiorentino; un altro conto è fare una lista che non unisca, ma addirittura spacchi ulteriormente il mondo della sinistra, finendo cosĂŹ nei fatti per avvantaggiare la destra.
Se avessimo deciso di correre da soli, niente ci avrebbe piĂš distinto da chi per anni ha contribuito a frazionare la sinistra, a seminare rancore e divisioni tra coloro che invece dovrebbero imparare a correre uniti per un mondo migliore e piĂš giusto, come è successo a Campi, come sta succedendo a Livorno, Empoli e nel Mugello. Avremmo anche noi partecipato allâodioso spettacolo che tanto ci ha nauseati e che allontana le persone dalla politica. Non siamo nati per questo.
Non sappiamo se Firenze sia per la prima volta davvero contendibile ma sappiamo bene che la candidatura di Eike Schmidt unisce la destra e lâestrema destra, conferendo a quella nera alleanza una patina (finta, ma utile) di credibilitĂ ; sappiamo anche che la vittoria di questa destra sarebbe un male ancora piĂš grande del male rappresentato dalla continuitĂ con questo scellerato Pd. Ci chiamiamo 11 agosto perchĂŠ crediamo fortemente nella pregiudiziale antifascista: e mai vorremmo, neppure indirettamente, riportare forze di matrice fascista alla guida della cittĂ . Per questo non saremo presenti sulla scheda ma certamente non saremo fuori da questa campagna elettorale.
Siamo molto tristi per questo esito. Anche perchĂŠ lâastensione rischia di essere altissima, ed è davvero difficile decidere cosa votare: ognuno dovrĂ fare i conti con la propria coscienza, e con la propria nausea.
Siamo tristi anche perchĂŠ ci rendiamo conto di deludere le legittime attese di moltissimi. Questo progetto è nato da una spinta diffusa e dal tentativo di riconoscere e valorizzare il forte bisogno di convergenza e partecipazione âper cambiare rottaâ che tante e tanti di voi hanno manifestato.  Vi ringraziamo per quello che ci state scrivendo, per la grandissima partecipazione ai tavoli di lavoro, per avere sempre riempito fino al colmo le sale delle iniziative dellâassociazione; vogliamo dirvi che questo nostro percorso collettivo è appena iniziato!
E unâaltra cosa vogliamo dirvi con forza: gli egoismi che stanno caratterizzando, anche a sinistra, questa tornata elettorale non dovranno piĂš avere spazio in futuro: il passo indietro di oggi vuole essere il presupposto per molti passi in avanti verso un diverso modo di fare politica e buona amministrazione, che sappia unire e non dividere, che sappia costruire e non distruggere. Attraverso il sostegno di quanti fin qui ci hanno appoggiato e vogliono che passi forte e chiaro il desiderio di una politica diversa che metta da parte gli egoismi e le personalizzazioni, valorizzando piuttosto, senza ambiguitĂ e contraddizioni, la voglia di unitĂ e coesione a sostegno del cambiamento.
Lâassociazione 11 agosto va avanti, come abbiamo detto fin da gennaio, anzi rilancia il proprio impegno con maggiore vigore ed entusiasmo.
Ci vedremo presto tutti insieme, per parlare di tutto questo. E per presentare il nostro progetto di Firenze: sul quale misureremo candidature e percorsi: senza sconti per nessuno. Ă su questo progetto che faremo opposizione, sfidando giorno dopo giorno chi governerĂ Firenze
Poi, il 20 maggio ci vedremo al Teatro Florida per ascoltare i Messaggi da Gaza, per una lettura corale che il drammaturgo Hossam al-Madhoun di Theatre for Everybody a Gaza, ormai sfollato a Rafah, invia ai suoi colleghi di tutta Europa.
E il 28 maggio discuteremo del fatale progetto di autonomia differenziata, intorno al libro di Francesco Pallante.
Lavoreremo insieme per ricostruire il tessuto sociale e politico di questa città . Ci siamo trovati a fare i conti con chiusure, aridità , e il dominio universale di un pensiero tattico dal fiato cortissimo e dallo sguardo miope. Tutto questo si può cambiare: ma ci vuole lavoro comune, e tempo. Bisogna costruire un pensiero nuovo, un modo nuovo di fare politica, un nuovo modo di abitare insieme lo spazio pubblico.
Ci aspetta ora il lavoro quotidiano di chi le cose vuole cambiarle davvero: noi ci siamo, e ci saremo. E siamo certi che quanto piĂš forte sarĂ il sostegno che continueremo a ricevere, tanto piĂš difficile sarĂ ignorare la nostra determinazione a cambiare lo stato delle cose.