Astori – Per la morte del capitano viola, avvenuta esattamente 7 anni fa, la Cassazione ha confermato la condanna a un anno di reclusione con la sospensione condizionale per il professore Giorgio Galanti, ex direttore di medicina sportiva di Careggi e un passato da consulente sportivo della Fiorentina, accusato di omicidio colposo.
Astori fu trovato senza vita la mattina del 4 marzo 2018 nella sua camera di albergo a Udine, dove era con la squadra. Secondo l’accusa il decesso fu provocato da cardiomiopatia aritmogena ventricolare, patologia che non fu diagnosticata. Galanti è stato imputato dell’omicidio colposo di Astori per aver rilasciato due certificati di idoneità agonistica al giocatore, tralasciando, questa l’accusa, di svolgere alcuni esami in contrasto con le linee guida sanitarie. Il pg della Cassazione aveva chiesto il rigetto del ricorso della difesa di Galanti e la conferma della pena a un anno, inflitta in primo grado e confermata in appello.
È amareggiato l’avvocato Sigfrido Fenyes difensore, insieme al collega Tullio Padovani, del professor Galanti. “Rispettiamo la sentenza, ma non ci convince perché scardina il canone di accertamento del nesso di causa come elaborato dalla stessa Suprema corte e ormai consolidato – spiega l’avvocato Fenyes -. Il nesso di causa viene prima di tutto e se non è provato, tutto il resto non ha ragione di essere e neppure gli accertamenti su eventuali profili di colpa”. “Per un verso siamo soddisfatti per la vittoria – dice l’avvocato Alessio Mazzoli, che assiste Francesca Fioretti, compagna del calciatore – ma c’è anche il dolore nell’apprendere che Davide poteva essere vivo se solo fosse stata tenuta una condotta diversa”.
La Cassazione ha anche confermato il risarcimento a favore dei familiari del calciatore Davide Astori. Il medico condannato, il professor Giorgio Galanti, ex direttore della Medicina sportiva a Careggi e già consulente della Fiorentina, dovrà versare una provvisionale complessiva di 1 milione e 90.000 euro, di cui 490.000 euro a favore di Francesca Fioretti e Vittoria Astori, rispettivamente compagna e figlia del calciatore, e i rimanenti 600.000 euro a beneficio dei genitori e dei fratelli della vittima. Sarà poi il tribunale civile di Firenze a stabilire l’intero ammontare dell’indennizzo ora che la sentenza è diventata definitiva davanti alla Suprema Corte.