Gli inquirenti fiorentini, sono al lavoro per stabilire se la patologia poteva essere diagnosticata in anticipo, e se sarebbe stato possibile intervenire per evitare la morte di Astori.
Per i medici legali Carlo Moreschi e Gaetano Thiene, Davide Astori non fu ucciso da un episodio di bradicardia, cioè con un rallentamento del cuore fino a smettere di battere, ma da tachiaritmia, cioè per una improvvisa accelerazione del cuore.
I fatti ipotizzati nella perizia fanno pensare che in una persona giovane e asintomatica come Astori, era probabile che fosse presente un substrato a livello cardiaco rimasto sconosciuto: una malattia genetica oppure una miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) che ha creato i presupposti per lo scatenarsi di un’aritmia.
Un’ aritmia ventricolare molto veloce e improvvisa (180-200 battiti al minuto) che ha aumentato rapidamente la frequenza cardiaca degenerata in fibrillazione ventricolare fino al decesso afferma la perizia.