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Astori: indagini per capire se morte poteva essere evitata

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Gli inquirenti fiorentini, sono al lavoro per stabilire se la patologia poteva essere diagnosticata in anticipo, e se sarebbe stato possibile intervenire per evitare la morte di Astori.

Proseguono gli accertamenti della procura di Firenze per la morte del capitano della Fiorentina Davide Astori, deceduto improvvisamente a Udine il 4 marzo scorso nell’hotel dove la squadra era in ritiro prima della partita di campionato con l’Udinese.
Secondo quanto emerso, nella perizia medico legale, disposta dalla procura di Udine e poi trasferita a Firenze insieme agli altri atti dell’inchiesta, sarebbero emersi elementi indicativi di una patologia cardiaca.

Per i medici legali Carlo Moreschi e Gaetano Thiene, Davide Astori non fu ucciso da un episodio di bradicardia, cioè con un rallentamento del cuore fino a smettere di battere, ma da tachiaritmia, cioè per una improvvisa accelerazione del cuore.

I fatti ipotizzati nella perizia fanno pensare che in una persona giovane e asintomatica come Astori, era probabile che fosse presente un substrato a livello cardiaco rimasto sconosciuto: una malattia genetica oppure una miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) che ha creato i presupposti per lo scatenarsi di un’aritmia.

Un’ aritmia ventricolare molto veloce e improvvisa (180-200 battiti al minuto) che ha aumentato rapidamente la frequenza cardiaca degenerata in fibrillazione ventricolare fino al decesso afferma la perizia.

 

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