Domenica 9 ottobre gli austriaci si sono recati alle urne per le elezioni presidenziali. A competere per la presidenza una novità che non è passata inosservata: il Partito della Birra (Bier Partei). Il loro motto? “Vivi e lascia vivere (tranne i bevitori di Radler)”.
A vincere le elezioni con oltre il 56,2% dei voti il presidente uscente Van der Bellen. L’esito non ha stupito, a differenza dei risultati degli avversari. Infatti la vera sorpresa di queste presidenziali è stata il Partito della Birra. A molti la loro candidatura poteva apparire come una semplice provocazione, invece Bier Partei ha superato le aspettative piazzandosi al terzo posto con l’8,4% dei voti.
Il successo maggiore per il Partito della Birra è arrivato dalle urne di Vienna. Secondo le proiezioni avrebbe superato addirittura il 10 percento, posizionandosi al secondo posto. A votarlo soprattutto i giovani under 30. L’ottima campagna social condotta da Dominik Wlazny, nome d’arte del fondatore del partito Marco Pogo, ha convinto i giovani austriaci.
Partito della Birra
A guidare il movimento Marco Pogo, 35enne laureato in medicina. Nel 2015 Pogo fonda il Partito della Birra come “progetto satirico” basato su aggiornamenti periodici realizzati sotto forma di clip divertenti diffuse via social. Una strategia che ha riscosso molto successo. Ad oggi infatti il partito conta circa mille tesserati. Nel 2020, in seguito alle elezioni comunali, il Partito della Birra aveva ottenuto l’1,8%, ottenendo così 11 seggi nella città di Vienna. All’interno del suo statuto spicca «l’importanza della libertà di opinione», ossia la libera scelta della «varietà delle bionde». Si parla anche di tolleranza verso le birre straniere, ad eccezione delle Radler che non sono accettate e di «sostegno a chi ha meno talento nel bere».
Programma elettorale
Le proposte presentate nel programma elettorale sembra abbiano riscontrato un certo successo. Cavallo di battaglia della politica fiscale è l’abolizione di tutte le tasse relative alle bevande nei bar e ristoranti, da finanziare con una maxi-tassa al 50% sulla Radler che, come detto sopra, rappresenta il male. Attenzione anche al tema welfare. Il partito dice stop ai sussidi: al loro posto una fornitura mensile di un barile di birra a tutte le famiglie austriache. A queste proposte si aggiunge la realizzazione di una fontana alimentata a birra nel centro storico di Vienna.
Oltre alle politiche connesse al buon bere, secondo il Bier Partei bisognerebbe instaurare dei test attitudinali obbligatori per i politici, implementare gli aiuti di Stato per ridare lancio alla scena culturale, messa in ginocchio dalla pandemia, e trovare una soluzione per aumentare l’affluenza alle urne. In questo modo sarebbe possibile per gli elettori “restituire alla politica austriaca la serietà che merita”.