Sugli autovelox si misura in questi giorni anche la velocità delle polemiche, che giungono soprattutto dal centrodestra, con il candidato Eike Schmidt che dai microfoni di Lady Radio fa sapere che “è diventato un sistema per fare cassa e questo è un grande problema, ma l’attuale Giunta comunale la pensa così”. Approvati e non omologati, dunque “fuori legge”, così li ha definiti una sentenza recente della Cassazione e dalla quale potrebbero generarsi una raffica di ricorsi da parte dei cittadini per vedersi annullate le sanzioni.
Non tutte le strade portano a Roma, alcune vanno in direzione della nostra amata Toscana facendola diventare, a tratti, amara, come nella canzone popolare. Quei tratti potrebbero coincidere con quelli dove sono presenti i rilevatori della velocità, gli autovelox, per i quali il nostro territorio si guardagna, in senso stretto e lato, un triste primato: solo a Firenze i maggiori incassi da autovelox ammontano a 23,2 milioni di euro, arrivando primi anche rispetto a Milano (quasi 13 milioni), Genova, e la capitale a seguire con poco più di 6 milioni. Dati che il Codacons offre in un quadro già non consolatorio, visto che l’Italia conta il maggior numero di apparecchi installati lungo le strade, oltre 11 mila, assai di più che in Gran Bretagna, Germania e Francia. Il multificio, come si è preso a chiamarlo anche fuori dalle mura cittadine, forse cavalcato sulla base di una legge monca, il decreto ministeriale 282 del 2017 che prescriveva per gli apparecchi misuratori di velocità la procedura di autorizzazione e non di omologazione, adesso rischia di far saltare il banco proprio a causa di una sentenza della seconda sezione della Cassazione, del 18 aprile scorso, che sancisce l’illegalità degli autovelox non omologati e che i consulenti e gli esperti della polizia municipale si stanno affrettando a definire solo come un mero precedente “poiché la Cassazione, non essendosi pronunciata a sezioni unite, non fa giurisprudenza”. Utiizzare il cittadino come un bancomat, così in buona sostanza vicepremier della Lega Matteo Salvini sui media, a cui ha fatto da cassa di risononanza anche il candidato del centro destra per Firenze, Eike Schmidt, che dice “Molti autovelox sono posizionati non per rallentare il traffico o per la sicurezza, ma sono all’entrata e all’uscita in autostrada dove la gente spesso va un po’ oltre il limite, è diventato un sistema per fare cassa e questo è un grande problema, ma l’attuale Giunta comunale la pensa così”, rischia di sfociare in una doppia beffa, avvertono gli NCC. “Oltre le multe ora il rischio è che i comuni debbano far fronte anche ai ricorsi a spese dei contribuenti”. Ma il depauperamento potrebbe essere a doppio senso di carreggiata, con la possibile raffica di ricorsi contro una buona parte delle sanzioni che alla Regione fruttano oltre 68 milioni di euro di cui 14 solo lungo la Fi-Pi-LI, e che potrebbero far perdere più di 20 milioni di euro al nostro erario. Omologazione o approvazione, al MIT l’ardua e definitiva sentenza.