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Ulteriore sopralluogo stamani al cantiere AV di Via Circondaria da parte del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e dell’assessore alle infrastrutture, Stefano Baccelli, per verificare lo stato di avanzamento dei lavori, giunti alla fase più importante, quella del getto dei solai. Si conferma la previsione di fine lavori nel 2028. Intanto, parallelamente agli scavi, si procede anche alla risagomatura e raddoppio della platea del Mugnone.
L’imponenza dei lavori è sotto gli occhi, ma come ha subito precisato Fabrizio Rocca, responsabile dei progetti su Firenze per la direzione investimenti di Rfi, “lo scavo, che procederà nei prossimi mesi utilizzando come sempre il trasporto ferroviario, consente di non avere impatti sul contesto urbano”. Una città nella città sta prendendo forma dietro le paratie di Via Circondaria, dove è in corso le fase più importante, ossia il getto dei solai, delle strutture intermedie, opere molto rilevanti data la dimensione della stazione progettata da Foster, che sarà lunga 450 m e larga 50.
Strutture impressionanti che comportano tempi di realizzazione lunghi, rispetto ai quali l’operazione di scavo è quella più rapida. Oggi si scava a una profondità di 16 metri, ma i binari saranno a quota 21. “Le due talpe hanno entrambe hanno passato ormai la zona critica – ha precisato il presidente della Regione Giani, presente insieme all’assessore alle infrastrutture, Stefano Baccelli. La prima, Iris, quella che coincide, venendo da Campo di Marte, con il supermercato in Via Masaccio, Via Don Minzoni, e anche la seconda Marika, è arrivata all’altezza di Via Maruffi. Quindi hanno fatto, una 1.680 metri, l’altra 670 metri, in totale 2 km e mezzo di galleria sotto Firenze, già rivestita dai conci: basterà mettere i binari e la linea elettrica”.
Un percorso che, dicono ingegneri e istituzioni all’unisono, sta procedendo bene, dove in quel bene c’è anche un piccolo margine di criticità assolutamente calcolato, ad esempio le segnalazioni da parte di alcuni cittadini che vivono in prossimità dei cantieri, una trentina a fronte degli oltre 2500 immobili interessati dalle prime fasi di lavorazioni, cavillature come intonaci fessurati. Nei prossimi mesi sarà completato il solettone di fondo all’interno del quale transiteranno le due frese, alias Erika e Iris, in gergo tecnico TBM. Il passaggio è previsto per il 2026 dentro il camerone della stazione, mentre viene ribadito la data del 2028 per il completamento del tutto.
Il cantiere coinvolge ad oggi circa 400 maestranze, un’opera che cambierà in modoimportante non solo il volto della città ma anche la logistica dei trasporti su ferro. L’assessore Baccelli confida nel salto di qualità relativamente al servizio dei pendolari in partenza da Santa Maria Novella.
Oltre al lavoro di scavo delle Tbm, ha osservato il governatore, “si stanno facendo tutti i lavori idraulici: il Mugnone che è andato in piena un mese fa, senza i lavori di risagomatura e il raddoppio della sua platea probabilmente avrebbe dato dei problemi”. Inoltre, ha concluso, “il terzo livello di impegno è portare le terre di scavo a Cavriglia, dove serve per mitigare gli effetti delle miniere di lignite che furono chiuse nel 1994. Anche gli stessi conci, ovvero i rivestimenti delle gallerie, vengono fatti in Toscana a Lucignano”.