Il procuratore di Arezzo risponde in maniera secca alla notizia dell’apertura di un nuovo fascicolo di indagini sul cda di Etruria e su Pierluigi Boschi
“Tutto quello che avevo da dire l’ho detto in commissione giovedì scorso”. E’ la dichiarazione secca del procuratore di Arezzo Roberto Rossi circa le ultime indiscrezioni sul fascicolo aperto in procura per indagare sul cda di Banca Etruria, presieduto da Giuseppe Fornasari e di cui faceva parte Pierluigi Boschi, padre dell’attuale sottosegretario Maria Elena, per falso in prospetto e ricorso abusivo al credito. Tutto sarebbe partito dalle sanzioni da 2,7 milioni di euro elevate da Consob a settembre agli amministratori, sanzioni per le quali sono già scattati i ricorsi.
Questa parte dell’inchiesta non sarebbe emersa di fronte alla commissione banche nell’audizione della scorsa settimana del procuratore Roberto Rossi: il senatore di “Idea” Andrea Augello ieri ha annunciato di aver inoltrato al presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, Pier Ferdinando Casini, una richiesta formale per verificare l’esistenza di un filone di indagine sulla denuncia della Consob riguardo alle falsificazioni dell’ultimo prospetto per l’emissione di obbligazioni subordinate di Banca Etruria.
“Ce le ricordiamo benissimo le esternazioni da parte dei renziani nei giorni scorsi, subito dopo l’audizione in commissione Banche da parte del procuratore di Arezzo che sembravano scagionare papà Boschi da ogni ulteriore coinvolgimento nella vicenda Banca Etruria. Vogliamo ascoltare cosa hanno da dire oggi gli stessi soloni che ieri esultavano”. Lo afferma il deputato del M5S in commissione Finanze Alessio Villarosa commentando la notizia che Pierluigi Boschi risulterebbe ancora indagato dalla Procura di Arezzo.
“Su Banca Etruria continuano ad emergere episodi inquietanti. Vogliamo giustizia per i risparmiatori e ancora aspettiamo le querele della Boschi a De Bortoli”. Così su twitter il deputato del MoVimento 5 Stelle Danilo Toninelli.
E ancora un commento dalla deputata 5 Stelle Laura Castelli: “Il Pd passa dagli starnazzamenti giulivi fuori luogo ai travisamenti della realtà. Facciamo notare agli ‘yes men’ renziani che qui si sta parlando di una indagine sulle due obbligazioni subordinate del 2013 che turlupinarono i piccoli risparmiatori per un totale di circa 110 milioni di euro, allo scopo di puntellare il malmesso stato patrimoniale della banca. E’ coinvolto tutto il Cda 2011-2014 e non ci pare che Pier Luigi Boschi fosse in quel momento un passante occasionale dalle parti di Etruria”.
“E’ ridicolo fare oggi la parte dei paladini del risparmio e attaccare Bankitalia quando, in mille giorni di governo, oltre agli scellerati provvedimenti presi, l’ex premier di Rignano non si è mai sognato di convocare uno straccio di Cicr per raddrizzare la situazione che si stava via via deteriorando o magari per ascoltare il governatore Visco. Ma gli italiani sanno con chi hanno a che fare – conclude Castelli – e parleranno chiaramente al momento del voto”.