Davanti al giudice monocratico del tribunale di Arezzo il pm Julia Maggiore, titolare dell’inchiesta su Banca Etruria per il filone relativo alla truffa, ha chiesto tre anni per i così detti ‘istigatori’ ovvero coloro che, secondo l’accusa, avrebbero pressato i direttori delle filiali a vendere le obbligazioni subordinate a un pubblico indistinto.
In tutto le richieste di condanna avanzate dal pm al termine della sua requisitoria, sono tredici, una quella di assoluzione.
Le richieste partono dai 3 anni e 800 euro di multa per i dirigenti Luca Scassellati e Federico Baiocchi Silvestri a 2 anni e mezzo, e 700 euro di multa, per Samuele Fedeli e Luigi Fantacchiotti. Per loro l’accusa era di istigazione alla truffa. Per gli altri nove, accusati di truffa aggravata, la richiesta è stata di un anno e mezzo di reclusione e 600 euro di multa.
Chiesta invece l’assoluzione per un quinto dirigente Paolo Mencarelli dal momento che la truffa era stata denunciata da un ingegnere aretino che aveva perduto nella risoluzione della banca mezzo milione. Il professionista ha ritrattato in aula, ammettendo che la firma sul documento di acquisto delle subordinate era effettivamente la sua.