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Batteri resistenti a antibiotici, situazione migliora in Toscana

siena biotecnopolo

Passi in avanti in Toscana nella battaglia contro i batteri resistenti agli antibiotici e nel consumo di questi farmaci. Attenzione poi in particolare agli effetti che i cambiamenti climatici e l’innalzamento delle temperature potranno avere, peggiorando la situazione. Questa in sintesi la 7/a edizione del rapporto annuale sull’antimicrobico resistenza e sul consumo di antibiotici in Toscana dell’Agenzia regionale per la sanità.

Si tratta dei primi dati sul 2023 che escono in Italia, analisi condotta a livello di distretto e di singolo ospedale. Dallo studio risulta che “la resistenza di organismi come la klebsiella pneumoniae e l’escherichia coli, responsabili spesso di gravi e pericolose infezioni, ha dimezzato la sua incidenza negli ultimi cinque anni e il consumo di antibiotici è inferiore in Toscana alla media europea e molto inferiore a quella nazionale”. In particolare l’anno scorso la rete Smart, sulla sorveglianza microbiologica e dell’antimicrobico resistenza coordinata da Ars, ha raccolto 8.888 emocolture e 99.429 urinocolture: rispetto al 2022 le emocolture positive sono diminuite del 6,1%, le urinocolture positive sono aumentate del 13,9%. Nelle emocolture nel 35,6% dei casi è stato isolato un batterio gram positivo, nel 55,1% un gram negativo e pseudomonas) e nel 9,3% una candida. L’escherichia coli risulta la specie più frequente (29%). Continua il trend di diminuzione dello stafilococco meticillino-resistente. La percentuale di klebsiella resistente agli antibiotici carbapenemi è inferiore alla media nazionale (24,7% nel 2022, trend in calo dal 2016) con dati in diminuzione dal 2017 al 2023 (19,9%).

Quanto all’uso degli antibiotici, l’andamento degli ultimi cinque anni risulta altalenante: prima della pandemia si registrava in Toscana una diminuzione specie a livello territoriale, nel 2020 e 2021 si è allargata alla sfera ospedialiera. Nel 2022 il consumo è tornato a crescere, il 2023 segna un ulteriore incremento a livello territoriale ma è un calo negli ospedali. Focus del rapporto di quest’anno è stato poi il cambiamento climatico: la conclusione è che c’è un legame evidente con l’insorgenza di resistenza agli antibiotici. Le ondate di caldo, si spiega, possono portare a eventi meteorici estremi come le inondazioni che favoriscono la diffusione di infezioni. Il riscaldamento può favorire aspetti riproduttivi dei patogeni e una maggiore virulenza, oltre ad aumentare la suscettibilità umana alle malattie infettive. “L’antimicrobico resistenza è una delle sfide del futuro per i sistemi sanitari pubblici e per la salute delle persone – commenta l’assessore al diritto alla salute della Toscana Simone Bezzini – Se nella nostra regione sono stati fatti dei passi in avanti è anche grazie a studi e ricerche come queste che stanno alla base delle nostre scelte. In Toscana abbiamo fatto dell’antibiotico resistenza una vera e propria priorità della nostra agenda politica, investendo sulla formazione del personale degli ospedali e sulla prevenzione e sorveglianza delle infezioni correlate all’assistenza”.

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