Dalla Bekaert un’ apertura, a patto che chi subentra nella fabbrica diversifichi la produzione e non continui a realizzare ‘steel cord’, la cordicella metallica di rinforzo per gli pneumatici.
Bekaert apre a una reindustrializzazione dello stabilimento di Figline Valdarno (Firenze) a patto che chi subentra nella fabbrica diversifichi la produzione e non continui a realizzare ‘steel cord’, la cordicella metallica di rinforzo per gli pneumatici.
E’ quanto emerso oggi nel corso di un incontro a Firenze, ospitato da Confindustria Toscana, tra l’azienda e i sindacati. Secondo quanto riferito dai sindacati, i rappresentanti della multinazionale belga si sono dichiarati disponibili ad allungare i tempi della dismissione del sito al fine di consentire da un lato di esplorare la possibilità di cercare alternative per il futuro della fabbrica (ferma restando la condizione posta così da non cedere lo stabilimento a un competitor), e dall’altro di attivare ammortizzatori sociali per i 318 operai. Domani pomeriggio si terrà un nuovo incontro al Mise sulla vicenda.
“Dobbiamo esplorare col governo in cosa si concretizza quel tempo in più, e ci deve essere la disponibilità del Ministero a supportare un processo complesso come questo”, ha affermato dopo l’incontro Alessandro Beccastrini (Fim-Cisl). “Una trattativa senza la pistola alla testa dei licenziamenti noi la facciamo, con la pistola alla testa no”, ha precisato Daniele Calosi (Fiom-Cgil). “Bekaert non è più una soluzione, devono andare via e lasciarci i nostri posti di lavoro”, ha concluso Davide Materazzi (Uilm-Uil).