Il Segretario Generale della Fiom Cgil di Firenze Daniele Calosi: “nessun passo indietro rispetto alla posizione espressa in Piazza Marsilio Ficino a Figline lo scorso 29 giugno davanti ad oltre cinquemila persone, lavoratori, cittadini e istituzioni riuniti per dire NO alla chiusura della fabbrica.
“Dalla piazza gremita siamo usciti con un impegno comune a tutte le organizzazioni sindacali, Fim, Fiom e Uilm: le condizioni alle quali proseguire la trattativa con Bekaert sono e continuano ad essere il ritiro della procedura e l’accesso immediato agli ammortizzatori sociali, quali la cassa integrazione, che può essere attivata dall’azienda o per decreto dal Governo. Per la Fiom il mandato ricevuto dai lavoratori è questo e visto che ad oggi non vi sono state votazioni in merito, se qualcuno ha cambiato idea ci spieghi il perché” ha dichiarato Calosi. Che aggiunge: “se la volontà dell’azienda è procedere comunque ai licenziamenti senza darci nessuna alternativa ma solo posticipandone i tempi è bene che si sappia che la Fiom non è disponibile a fare una trattativa perché significherebbe cedere ad un ricatto.
Ci pare evidente che questa azienda di ricatti ne abbia fatti sin troppi nei confronti dei propri dipendenti, dell’indotto e di tutto il territorio.
Davanti all’arroganza da “padrone delle ferriere” che sta dimostrando Bekaert noi rispondiamo con la dignità di chi non accetta minacce, la dignità delle persone che vivono del proprio lavoro”.
Calosi sottolinea: “lunedì saremo presenti all’incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico anche perché siamo nella fase di consultazione sindacale prevista dalla legge.
Abbiamo semplicemente chiesto al Ministero e alla Direzione aziendale che la proposta che l’azienda intende presentare al tavolo ci sia inviata preventivamente per poterla analizzare in ogni suo aspetto e poter così dare a nostra volta una risposta in forma scritta.
Noi siederemo sempre ai tavoli di trattativa, siamo nati per questo.
Noi non scappiamo scortati con tanto di guardie del corpo come fece la direzione aziendale dopo aver comunicato ai lavoratori l’intenzione di chiudere lo stabilimento”
Il segretario della Fiom ringrazia “la popolazione del Valdarno per il grande senso di solidarietà che sta dimostrando in queste giornate drammatiche. Ci emoziona come l’intera comunità si sia stretta attorno ai 318 lavoratori. Ringraziamo altresì le istituzioni locali, la Regione Toscana ed il Comune di Figline e Incisa Valdarno”.
Ci duole tuttavia prendere atto del fatto che la passerella portata avanti da pezzi della politica di fronte ai cancelli per dimostrare un qualche tipo di solidarietà, ad oggi sembra essere scomparsa. Lo stesso siamo costretti a dirlo del Governo il quale, con il Ministro Luigi Di Maio, è stato presente ad un solo tavolo di trattativa, giusto per riferire in Parlamento, salvo poi non farsi più vedere.
“Ci aiuti la politica, maggioranza e opposizione, a risolvere la vertenza obbligando l’azienda a fare una trattativa che abbia al centro la salvaguardia dell’occupazione e il lavoro, facendo leva sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali che l’azienda e il Governo hanno facoltà di attivare, cosa che ad oggi, però, non hanno fatto. Possono fornirci gli strumenti per risolvere la vertenza e arrivare ad una vera re-industrializzazione quindi, se questi strumenti non si troveranno, sarà solo per una questione di mancata volontà e, nel caso, dovranno assumersi la responsabilità di aver permesso una delocalizzazione selvaggia.
Noi non molliamo, la lotta continua!” conclude Calosi.