Beccastrini (Fim Cisl): “Se non fanno uno sforzo sui tempi e sospendono la procedura è davvero impossibile entrare nel merito della trattativa.” Calosi (Fiom Cgil): “Fa piacere essere tornati unitariamente, come organizzazioni sindacali, governo e istituzioni locali”.
“Se l’azienda non fa uno sforzo sui tempi è davvero impossibile trovare un accordo, anche per noi che vorremmo iniziare ad entrare nel merito della trattativa. Se rimane la pregiudiziale della chiusura al 4 settembre davvero è impossibile trattare.”
Così il segretario della Fim-Cisl Toscana, Alessandro Beccastrini, commenta l’incontro svoltosi oggi pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico sulla vertenza Bekaert di Figline Valdarno.
L’azienda ha presentato il documento atteso, ma resta infatti ferma alla data del 4 settembre, entro la quale chiede di trovare l’accordo, proponendo solo altri 30 giorni di tempo per chiudere tutta la procedura (si arriverebbe così a inizio febbraio). Un orizzonte di tempo che secondo la Fim Toscana non può bastare a trovare un compratore e mettere in piedi un credibile progetto di reindustrializzazione dell’area, che per il sindacato resta l’unico obiettivo perseguibile.
“Abbiamo ribadito – aggiunge Beccastrini – la nostra richiesta di sospendere la procedura per poter trattare. Per noi è una pregiudiziale imprescindibile. I rappresentanti italiani di Bekaert si sono solo impegnati a riferire ai vertici belgi. Nei prossimi giorni la Fim Toscana chiederà anche un pacchetto di ore di sciopero da attuare nello stabilimento Bekaert di Cagliari, a sostegno della nostra vertenza.”
Mercoledì prossimo, alle 17, si svolgerà una nuova assemblea in fabbrica a Figline, per riferire ai lavoratori e decidere la strada da prendere.
Per il Segretario Generale della FIOM CGIL di Firenze Daniele Calosi: “Fa piacere essere tornati unitariamente, come organizzazioni sindacali, governo e istituzioni locali, sulla posizione portata in piazza Marsilio Ficino lo scorso 29 giugno, quella di non procedere ai licenziamenti e quindi con la richiesta di sospensione della procedura che per ora l’azienda non ha accettato. A questo tavolo nessuno può assumersi la responsabilità politico sindacale di accettare dei licenziamenti in un’azienda che chiude non per crisi, ma solo perché vuole spostare le produzioni dove il costo del lavoro è più basso per aumentare il proprio profitto. Questo è e deve essere inaccettabile per le organizzazioni sindacali, per il governo e per le istituzioni locali. Avevamo richiesto all’azienda di farci avere venerdì la proposta presentata oggi al Governo ma non ci è stata inviata, a dimostrazione che Bekaert non vuole fare una trattativa con le organizzazioni sindacali”.