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Bellucci: “Apertura ‘live club’ soltanto con il 25% del pubblico, è una misura assolutamente demagogica”

Bellucci

Firenze, un settore che è stato praticamente annientato dalla pandemia è quello della musica dal vivo e delle discoteche, per sapere come stanno affrontando questo difficile periodo i protagonisti di questo settore, abbiamo intervistato Alessandro Bellucci, promoter e fondatore di ‘Le Nozze di Figaro’ con la quale ha organizzato importanti spettacoli e festival di livello internazionale come per esempio ‘Firenze Rocks‘”.

Alessandro Bellucci, il settore della Musica dal vivo è stato praticamente annichilito?

“Non tutto sono ancora in vita gli operatori e lottano con tutte le loro forze per continuare a fare un mestiere che nella stragrande maggioranza dei casi si sono scelti e hanno portato a costituire le aziende che poi nel corso del tempo si sono consolidati, hanno dato lavoro, hanno diffuso cultura, hanno diffuso la musica popolare contemporanea e vogliono continuare a fare il loro mestiere. Ormai credo che sia assolutamente di risaputo del resto è uscito anche il primo dpcm di Presidente del Consiglio Mario Draghi che ha riportato per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana la dizione ‘Live Club’. Quindi I live Club sono stati riconosciuti come un luogo essenziale per la diffusione della musica popolare contemporanea e di conseguenza credo che si possa dire che la musica popolare contemporanea attraverso questo meccanismo sia stata riconosciuta di un suo ruolo fondamentale nello sviluppo della cultura nel nostro paese”.

“Ma siamo ancora fermi, e il fatto che il 27 di marzo come per l’appunto da questo dpcm, alcune strutture segnatamente i teatri possono riaprire al 25% della loro capienza, segnala solamente che i teatri pubblici forse, potranno riaprire perché hanno un bilancio, mentre le strutture private, soprattutto il Live club che operano in una condizione che non è quella generalmente del posto a sedere distanziato, non lo potranno fare”.

“Noi come azienda ci siamo fermati il 7 marzo dell’anno scorso quindi è esattamente un anno che siamo senza lavoro – aggiunge Bellucci – credo che continueremo ad andare avanti così ancora per diversi mesi ma non ci abbattiamo, continuiamo a pensare che ci possano essere delle prospettive e faremo di tutto per fare in modo che quest’estate qualche cosa si possa realizzare ovviamente vaccini permettendo”.

Bellucci, ma con la proposta della limitazione del pubblico del 25%, gli operatori più piccoli, non si sono sentiti presi in giro? Come si fa ad aprire con il 50% del pubblico? Come si fa con le spese di apertura?

“Quella del 25% del pubblico è una misura assolutamente demagogica, una campagna diciamo mediatica sostegno della riapertura dei teatri era praticamente un giorno sì un giorno no sui media in televisione nelle radio nei giornali è stata presa questa misura semplicemente per dire: bene vi abbiamo ascoltato e diamo la possibilità ai teatri di riaprire, ma è esattamente come ho detto al mio giornalaio quando mi ha detto ‘Beh però ora vi fanno riaprire’ io gli ho detto ‘Sì ma esattamente come se a te ti facessero vendere solo La Nazione. Staresti aperto? E lui ha detto no’.

Nessuno pensa ad aprire salvo che non si dica si può aprire al 25% ed il 75% del mancato incasso viene coperto da un intervento pubblico, ma è ovviamente una provocazione non è possibile, semplicemente non è possibile, quindi aspettiamo Intanto l’estate, l’estate ci potrebbe dare per il semplice motivo che la conduzione del virus all’aperto meno penalizzante di quanto non lo sia nei posti al chiuso si spera che da qui a Giugno anche in questo paese disastrato, qualche vaccinazione sia stata fatta, si spera che l’arrivo del caldo esattamente come lo scorso anno abbatta la diffusione del virus, e magari qualche cosa la possiamo realizzare.

Sento un po’ di rassegnazione da parte tua!

“No rassegnazione mai, noi abbiamo un gruppo che si chiama ‘promoter per la Toscana’, lo abbiamo costituito proprio per segnalare alle nostre amministrazioni e le difficoltà e non solo le difficoltà ma anche le opportunità che questo settore può dare al nostro territorio ci siamo incontrati qualche giorno fa con la Regione Toscana alla quale abbiamo manifestato tutte le nostre esigenze e le nostre proposte e quindi non siamo né rassegnati ne fermi, stiamo agendo per far sì che alla fine questa cosa così inaspettata e tutto sommato incredibile abbia una sua conclusione e si possa tornare non solo noi a lavorare, ma credo anche il pubblico a partecipare a un concerto uno spettacolo insomma, io credo veramente che lo spettacolo dal vivo, a prescindere che sia un concerto, che sia del teatro, che sia della danza, è una delle cose che in questo anno è mancata di più, perché sono quei beni immateriali che quando non ci sono né pesi concretamente tutta la loro importanza nella tua vita, ecco!”.

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