Ven 22 Nov 2024
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ToscanaCronacaBetori, ripartenza deve assumere forme di un vero rinascimento

Betori, ripartenza deve assumere forme di un vero rinascimento

Firenze, l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, nell’omelia proclamata in Duomo per la solennità di San Giovanni Battista ha detto: “L’auspicata ripartenza, nel nostro caso, deve poter assumere le forme di un vero rinascimento. Non si tratta propriamente di ripartire, come se la strada possa essere quella che già percorrevamo prima che la pandemia ci colpisse, e che questa ci abbia semplicemente fermati”.

“Dobbiamo prendere coscienza che la pandemia è stato un grande vaglio, da cui è bene trarre le cose che contano: prima fra tutte la consapevolezza del limite – ha continuato Betori – e non meno importante, la scoperta che da soli non ci si salva, ma si può uscire da questa e da ogni crisi solo con uno sguardo e una concreta volontà di condivisione”.

“Oggi si impone per noi una rinascita, una nuova nascita – ha aggiunto -, purché sia sul modello di quella del Battista: una nascita segnata da un nome, cioè un’identità, e da un progetto, e questo nella forma del dono e del servizio. Un’identità, anzitutto, che ci permetta di rinverdire le nostre radici più autentiche, quelle in forza delle quali Firenze nei secoli ha saputo unire l’operosità del fare, l’intelligenza dei saperi, il genio delle arti, la cura dei deboli, coltivando una visione piena dell’umano, con uno sguardo largo sul mondo senza rinunciare alla identità dei luoghi, con il cuore aperto verso tutto ciò che può favorire l’incontro e il dialogo. Per questo siamo felici di accogliere nei primi mesi del prossimo anno l’incontro di vescovi e di sindaci delle città del Mediterraneo ‘frontiera di pace'”.

Per Betori siamo indotti “a un severo esame di coscienza su quanto abbiamo deviato dalla nostra alta vocazione, nell’affanno consumistico che ha segnato i nostri giorni, nel prevalere degli interessi su ogni istanza di valori, di verità sull’umano, di contemplazione e di pace”. “Ricomponiamo questa immagine di Firenze – ha concluso -, senza aver timore di perdere qualche guadagno per conquistare una più compiuta identità delle persone, delle famiglie, delle aggregazioni sociali, dei luoghi”.

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