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Biblioteche: riaprono ma con quali garanzie per precari? Il 26 manifestazione sotto Palazzo Vecchio

Martedi 26 maggio alle ore 14, in concomitanza con la riapertura parziale dei servizi bibliotecari del Comune di Firenze, i bibliotecari precari in appalto si ritroveranno in piazza Signoria per rivendicare il loro diritto al lavoro e garanzie per il loro futuro.

Di seguito il testo del comunicato congiunto di USB-Cobas che spiega i motivi della mobilitazione:

“A solo un mese dalla scadenza dell’appalto non c’è stata ancora nessuna informazione ufficiale su un’eventuale proroga o sul contenuto del nuovo bando e la maggior parte dei quasi cento lavoratori del mega-appalto delle biblioteche comunali fiorentine si ritrova in FIS (Fondo Integrazione Salariale al 67% dello stipendio abituale). Ancora per qualche settimana, secondo il rinnovo contenuto nell’ultimo Decreto Rilancio. E poi che ne sarà di loro?

Il servizio bibliotecario fiorentino, in appalto da luglio 2007, è portato avanti da professionisti qualificati e formati che da oltre un decennio garantiscono tutte le attività svolte nelle biblioteche: la scelta dell’Amministrazione Comunale di impiegare dipendenti comunali in sostituzione di questi lavoratori, oltre a rappresentare una palese violazione del codice degli appalti, costringe gli stessi dipendenti comunali a vestire scomodi panni, quelli di chi ruba il lavoro a lavoratori con i quali hanno condiviso per anni la gestione di questi importanti servizi. L’intero organico del personale in appalto, già ridotto all’osso e fiaccato dai turni e dai vari tagli al costo orario nel corso degli anni, viene ancora una volta colpito duramente dal committente, che mette a dura prova la qualità e la tenuta del servizio.

Attualmente, con le sole 20 ore a settimana di apertura di 5 biblioteche su 13, l’Amministrazione sta sottraendo alla cittadinanza un servizio pubblico essenziale, come recita l’art. 101 del Codice dei Beni culturali e del paesaggio: sono a rischio la tutela e la circolazione dell’informazione e della cultura e, con esse, i valori fondanti di una società democratica. A causa di scelte politiche sbagliate o miopi, si rischia di mandare in fumo anni di lavoro e di sacrifici anche economici di tutto il personale in appalto.

Dopo anni di precarietà e incuria delle condizioni di lavoro, è necessario ora garantire tutele e retribuzioni per i lavoratori delle ditte in appalto analoghe a quelle dei dipendenti pubblici, affinché sia mantenuto il livello qualitativo e quantitativo dei servizi. La tutela del lavoro, che dev’essere tema centrale nella ripartenza post emergenza sanitaria, rappresenta un tassello imprescindibile di sviluppo e democrazia. Anche la Regione Toscana, con il Documento di indirizzo per la riapertura di biblioteche e archivi in Toscana, contenuto nell’Ordinanza n. 59 del 22 maggio, raccomanda di includere il personale in appalto nella gestione dei servizi bibliotecari e archivistici in modalità smart o in sede, onde evitare penalizzazioni dei contratti in essere, incoraggiando a «mantenere lo stesso orario di apertura vigente prima dell’emergenza COVID-19». Si consiglia, altresí, l’ampliamento dei servizi digitali e delle attività di back office da remoto.

Queste le richieste all’Amministrazione:

– garanzie ufficiali sui tempi di rientro a lavoro del personale ATI. – garanzie ufficiali sul recupero dei mesi di sospensione e sulla proroga, specificando le condizioni. – garanzie ufficiali sul nuovo bando di gara che rispetti il già siglato Protocollo d’intesa in materia di appalti pubblici e che non preveda riduzioni del personale attualmente impiegato. – tutele per lavoratrici e lavoratori che, allo stato attuale, risultano coperti dal FIS solo fino alla metà di giugno.

-tutele per lavoratrici e lavoratori con contratti a tempo determinato (scaduti durante l’emergenza Covid o in scadenza a fine appalto) o con contratto a chiamata che sono rimasti esclusi dalle varie forme di sussidio statale”.

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