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Bilal, una voce soul ineguagliabile, giovedì 14 alla Flog di Firenze

Bilal perform “The Beautiful Ones” during a tribute to Prince at the BET Awards at the Microsoft Theater on Sunday, June 26, 2016, in Los Angeles. (Photo by Matt Sayles/Invision/AP)

Giovedì 14 novembre il palco dell’Auditorium Flog ospita uno dei personaggi più carismatici della black music contemporanea: Bilal in concerto

È nato a Philadelphia ma ha iniziato la sua carriera musicale a New York, è capace di passare dal gospel al jazz, dal soul al blues fino al più moderno hip-hop, ed è uno degli artisti più dinamici della nostra epoca. Si tratta di Bilal Sayeed Oliver, conosciuto semplicemente come Bilal, sul palco dell’Auditorium Flog giovedì 14 novembre (apertura porte alle ore 21).

La musica fa parte della sua vita da sempre, durante l’infanzia attraverso la frequentazione della congregazione religiosa e, in seguito, grazie al padre che lo accompagna vive l’atmosfera dei jazz club. Da quel che ricorda ha sempre voluto fare jazz: “I wanted to sing jazz, play jazz, and write jazz tunes“.

È Aaron Comess degli Spin Doctor  a scoprire il suo talento durante una jam session scolastica e nel 2001 Bilal fa il suo grande debutto discografico con la pubblicazione di First Born Second, album che nasce da collaborazioni e incontri con noti artisti e producer tra cui spiccano i nomi di Questlove, batterista dei The Roots, J Dilla, Dr. Dre e Mike City.
Con 300 mila copie vendute l’album fa spiccare il volo al giovane Bilal che diventa “un artista da tenere d’occhio”.
Continuano, in seguito, le collaborazioni con artisti di spicco e la realizzazione di album importanti; ma è nel 2015 che l’artista pubblica quello che viene considerato dalla critica il suo più grande capolavoro, ovvero In Another Life,  prodotto interamente dal compositore e produttore musicale Adrian Younge.

Nel 2017 collabora nuovamente con The Roots con cui registra It ain’t fair una delle canzoni della colonna sonora di Detroit, il film del premio Oscar Kathryn Bigelow.

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