?Firenze, “Non sappiamo ancora se si tratta di un fatto accidentale o doloso, serviranno le indagini dei Vigili del Fuoco per capirne la natura, ma è certo che occorre che sia fatta piena luce su quello che è accaduto l’altra notte a Suvignano”.
Così l’avvocato Roberto D’Ippolito, legale di una famiglia vittima della Strage dei Georgofili e da sempre impegnato come Parte Civile nei processi contro la criminalità organizzata in Toscana, interviene sull’incendio che ha distrutto una parte della fattoria di Suvignano, uno dei beni più noti sottratti dallo Stato alla mafia e che stava conoscendo una nuova vita anche come luogo di legalità.
“Suvignano è un simbolo di come la mafia e la criminalità organizzata si possa e si debba colpire anche nel portafoglio per togliere l’ossigeno alle attività illegali – spiega l’avvocato e candidato Pd alle regionali nel collegio di Firenze – per questo è necessario sapere cosa sia successo. Seguirò passo passo tutto l’evolversi della vicenda”.
“Di certo questo episodio – aggiunge D’Ippolito – dovrebbe portare la politica a occuparsi con più attenzione alla questione dei beni confiscati alla mafia, perché è anche attraverso il loro fattivo e concreto utilizzo che si combatte la battaglia per la legalità e il diritto. Per cui o si danno agli enti locali e al Terzo Settore per un utilizzo a fini collettivi o vanno re-inseriti nell’economia legale affinché le risorse così ricavate possano essere destinate a fini economico-sociali, ad esempio per aiutare le imprese di giovani e quelle femminili a investire su ricerca, nuove tecnologie e rispetto dell’ambiente”.
Gimmy Tranquillo ha intervistato l’avvocato Roberto D’Ippolito: