Ven 22 Nov 2024
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Cadavere giovane scomparsa ritrovato nel Pisano

Il cadavere di Khrystyna Novak, la 29enne ucraina scomparsa dal 2 novembre scorso e che secondo la polizia è stata uccisa dal tatuatore Francesco Lupino, in carcere dal 23 marzo scorso con l’accusa di omicidio volontario, è stato ritrovato ieri in un casolare abbandonato nella campagna circostante Corte Nardi, la località di Castelfranco di Sotto (Pisa), dove la giovane donna sarebbe stata uccisa a colpi di pistola e dove viveva insieme al fidanzato.

Quest’ultimo sarebbe stato, per l’accusa, ex socio in affari legati agli stupefacenti del presunto assassino. La notizia è stata pubblicata dal quotidiano Il Tirreno.
L’edificio dove è stata rinvenuta la salma, invaso dalla vegetazione e fortemente degradato, si raggiunge da una strada poderale e si trova in una zona che gli inquirenti ritengono fosse conosciuta e frequentata proprio da Lupino e dall’ex fidanzato della vittima. Il cadavere è stato trasportato all’istituto di medicina legale e la procura ha già disposto l’autopsia e una serie di incarichi per risalire con certezza all’identità e alla causa della morte.
Secondo gli inquirenti, Novak sarebbe stata ferita con due colpi di pistola la notte del 2 novembre: a sparare sarebbe stato proprio Lupino che si sarebbe immediatamente disfatto del corpo nascondendolo nel casolare. L’uomo ha sempre respinto le accuse.

Armi e droga erano stati trovati nella sua villetta di Corte Nardi, vicino a Orentano, frazione di Castelfranco di Sotto (Pisa). Il 31 ottobre anche la 29enne venne portata al commissariato e rilasciata subito dopo perché considerata estranea ai fatti contestati al fidanzato. Il 9 novembre la madre della giovane ucraina denunciò la scomparsa alla polizia.

La famiglia da giorni aveva provato a mettersi in contatto con Khrystyna e aveva chiesto aiuto anche alle sue amiche per rintracciarla. La madre, non sentendola telefonicamente da oltre una settimana dall’Ucraina, attraverso una conoscente che vive a Brescia, fece scattare le ricerche.

Gli investigatori tornarono nell’abitazione di Orentano assieme alla Scientifica. Nessuna traccia di colluttazione e nessun segno di sangue tra quelle pareti, dove però i poliziotti trovarono il passaporto della ragazza ma non il telefono, che risultava irraggiungibile da giorni. A Orentano arrivarono anche i cani molecolari della polizia che setacciarono tutta l’area vicina alla villetta.

Da allora i poliziotti hanno ricostruito anche la rete delle amicizie di Krystyna Novak, che entrata in Italia da pochi mesi con un visto turistico di 90 giorni che stava per scadere in autunno. La polizia ha fatto accertamenti anche sui social: la giovane aveva un profilo su Instagram. Nella villetta di Orentano, al momento dell’arresto del fidanzato, la polizia – dopo aver neutralizzato tre rottweiler a guardia della casa – aveva trovato, fra l’altro, due chili di sostanze stupefacenti e due pistole: una calibro 22 e una 7,65 con matricola abrasa.

Alcune amiche della giovane hanno raccontato alla polizia di essere andate nella villetta per vedere se Khrystyna fosse tornata: era il 4 novembre. Tre giorni prima la giovane aveva scambiato alcuni messaggi con una delle sue amiche: non c’erano però segnali strani tra quelle parole. Una ragazza, invece, aveva confidato agli inquirenti che Khrystyna Novak le aveva detto di essere preoccupata. In un primo momento la Procura di Pisa aveva aperto un fascicolo di indagine per sequestro di persona, modificando a fin novembre il reato in omicidio sequestro di persona, modificando a fin novembre il reato in omicidio volontario e distruzione di cadavere.

Oltre al cadavere di Krystyna Novak in un casolare diroccato nel bosco delle Cerbaie, a Orentano (Pisa), gli investigatori con l’ausilio dei vigili del fuoco hanno ripescato in un vicino canale anche una pistola che potrebbe essere l’arma con la quale secondo la procura Francesco Lupino, in carcere dal 23 marzo, l’ha uccisa nella notte tra l’1 e il 2 novembre. La salma è stata trovata in parte mutilata dai morsi di animali. In attesa del responso degli esami genetici, sul cadavere è stato comunque trovato un anello al dito medio che le era stato regalato dal fidanzato e che ne ha consentito l’identificazione. Il corpo era avvolto nel cellophane e chiuso con nastro adesivo. La donna indossava un paio di jeans e un maglioncino azzurro, non aveva le scarpe.

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