L’editoriale di oggi Domenico Guarino. La rubrica va in onda tutte le mattine alle 8.10 nella trasmissione 30 Minuti su Controradio.
A Firenze sono tornati i turisti. Gli alberghi se non sold out possono sorridere per l’alta percentuale di camere occupate. La ristorazione, sia pur con qualche affanno, torna a respirare. E i trolley a strisciare striduli gli antichi e moderni selciati. Lungi da noi non gioire per un fatto che ridà fiato alla boccheggiante economia fiorentina.
Tuttavia l’impressione è che questi mesi siano passati invano. Ricordate quando, nel pieno del lock down, con il fiato sospeso e lo sguardo timoroso sull’avvenire, era tutto un fiorire di buoni propositi? “Questo modello non va più bisogna cambiarlo” era il refrain più gettonato. Nel frattempo però alle parole non sono seguiti i fatti.
E così, Firenze, in un batter d’occhio, rischia di ritrovarsi nuovamente alle prese con l’assalto quotidiano dei viaggiatori. Si sarebbero dovute elaborare strategie di ‘contenimento’ e valorizzazione, immaginare un nuovo modo di fare turismo in una città che di turismo vivrà sempre e comunque. Ed invece siamo ancora a chiederci come fare. E addirittura se fare o lasciar fare. Come accaduto finora.
C’è un’idea interessante che sta girando: si convochino gli stati generali del turismo per decidere insieme, amministrazione, cittadini ,associazioni, comitati di quartiere, come superare l’ingorgo del quadrilatero d’oro, come spalmare i flussi, come dialogare col territorio contermine, Prato compresa, come far sì che il benessere dell’economia turistica diventi un benessere reale anche per i cittadini e non solo per pochi eletti. Un’idea. altre potrebbero arrivare. Ma in fretta. Perché di tempo ne è rimasto poco. Poi torneranno gli affanni, i lamenti, e la sensazione di un assedio quotidiano e un po’ cannibale.