Cai Guo-Quian, Flora Commedia, agli Uffizi fino al 17 febbraio 2019.
Ancora qualche riflessione sulla mostra di Cai Guo-Qiang.
Per Flora Commedia Cai Guo-Qiang si è ispirato sia ai fiori – quelli veri di Boboli e quelli dipinti da Botticelli – sia alla cultura occidentale. In blocco. Roba da far tremare le vene dei polsi… E proprio qui sta il bello. E il difficile.
Perchè in Flora Commedia vediamo lavori che si appropriano della nostra cultura classica in un modo per noi totalmente nuovo. Senza remore, per dirla in due parole. Oppure anche stile cash and carry. Al di là delle esplosioni e delle polveri da sparo, è proprio per quello che le opere di Cai Guo-Qiang sono impressionanti.
Perchè sprizzano una vitalità e una potenza con le quali, volenti o nolenti, dobbiamo imparare a fare i conti. E anche perchè indicano una maniera nuova di rivisitare e “usare” il nostro passato.
Facciamo un esempio. Laura Donati, co-curatrice della mostra insieme a Eike Schmidt, il direttore degli Uffizi, ha raccontato che Cai Guo-Qiang è rimasto molto colpito dai disegni antichi realizzati con la tecnica della punta d’argento che ha avuto modo di vedere al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe. Questi gli hanno dato l’idea di unire un disegno delicatissimo con la forza dirompente della polvere da sparo. Le opere potranno piacere o non npiacere…ma non è quello il punto.
Il punto è il nuovo rapporto tra bellezza e violenza, insieme a quello con l’arte del passato e con la città.
Altro esempio: Cai Guo-Qiang ha voluto esporre l’enorme disegno preparativo dei fuochi artificiali, come già notato, proprio nella sala che si affaccia su Piazza della Signoria,
“per facilitare una connessione tra il disegno all’interno e la società al di fuori. Immagino che, per un istante, i visitatori che si trovano nella galleria vedano le pareti degli Uffizi dissolversi fino a svanire e meravigliarsi quando il confine tra l’opera su carta e l’opera nel cielo si confonderà”…
La tecnica complessa di Cai Guo-Qiang è ben spiegata da pannelli e video molto interessanti. In conferenza stampa l’artista ha anche parlato delle differenze che corrono tra le tante polveri da sparo prodotte in paesi diversi.
Le più forti? Quelle tedesche e danesi. Le migliori? Quelle italiane. E le cinesi? Da scarse che erano hanno recuperato qualità e potenza molto velocemente. (Vedete anche voi una metafora in tutto questo?)
Le esplosioni di Cai Guo-Qiang sono tutte “esplosioni d’amore”, ha detto Eike Schmidt. Esplosioni che, nel caso di “City of Flowers in the Sky”, lo spettacolo pirotecnico da Piazzale Michelangelo, sono state realizzate dalla ditta Martarello, cioè la stessa ditta che per 30 anni si è occupata anche dello Scoppio del Carro.
“E’ stato un lavoro pazzesco”, mi ha detto il titolare Vincenzo Martarello. “Per un progetto del genere sarebbero stati necessari almeno due giorni di preparativi, e invece l’abbiamo realizzato in poche ore con un team di 26 tecnici italiani e 10 cinesi”.
Ne è valsa la pena. Si è trattato di uno spettacolo indimenticabile. Un’esplosione di bellezza nei cieli di Firenze.
Margherita Abbozzo. Tutte le foto sono mie, a parte quella di copertina e la prima, entrambe di Yvonne Zhao, courtesy of Cai Studio; e quelle dei fuochi, di Wen-You Cai, cortesy of Cai Studio.