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ToscanaEconomia🎧 Camera di Commercio, economia metropolitana supererà il 7%, intervista a Bassilichi

🎧 Camera di Commercio, economia metropolitana supererà il 7%, intervista a Bassilichi

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🎧 Camera di Commercio, economia metropolitana supererà il 7%, intervista a Bassilichi
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Secondo i numeri, elaborati dall’Ufficio studi della Camera di Commercio di Firenze (fonte Prometeia), che sono stati illustrati oggi dal presidente della Camera, Leonardo Bassilichi, e dal segretario generale Giuseppe Salvini, a fine anno la crescita dell’economia metropolitana supererà il 7% e il 4% nel 2022.

La Camera di Commercio, da parte sua, conferma per il prossimo anno l’impegno economico messo in campo nel 2021, con circa 5 milioni che, sia direttamente (attraverso i bandi) che indirettamente (con i servizi camerali e di PromoFirenze), andranno a sostegno della crescita di imprese e professionisti del territorio.

Questa crescita tuttavia non è omogenea, “C’è chi sta andando molto molto bene e c’è chi sta andando male” dice il presidente della Camera di Commercio Leonardo Bassilichi, nell’intervista di Gimmy Tranquillo.

Presidente le notizie al momento sono buone dell’economia, soprattutto della città di Firenze, al di sopra della media nazionale.

“Sì come numeri sì, sto ricordando però che il numero che oggi sintetizza l’economia del territorio metropolitano, vale relativamente perché è una media, e sintetizza due grandi polarizzazioni: chi sta andando molto molto bene e chi sta andando male, entrambi hanno problemi diversi. Per cui se è vero che alla fine, a livello medio possiamo essere molto soddisfatti e l’economia dimostra una bella, come si dice con una parola un po’ usata, resilienza del territorio rispetto alla pandemia, dobbiamo però stare molto attenti a questa polarizzazione. Quindi cercare di supportare sicuramente le imprese che vanno meglio, che per crescere oggi hanno dei problemi importanti: non trovano materia prima, non trovano personale,  hanno costo dell’energia che sappiamo essere moltiplicato; e chi va male che ha tutt’altri problemi e che deve riposizionarsi. Il rischio che dobbiamo scongiurare è la polarizzazione che il grande mangi il piccolo, perché avremmo un’economia ed un territorio che non ci rappresenta”.

Riposizionarsi è una parola che fa un po’ paura, cosa vuol dire e soprattutto quali sono i settori delle imprese che dovranno riposizionarsi?

“Allora ci sono due categorie c’è un tema legato alla pandemia, e vediamo direttamente che quando si annuncia una potenziale curva verticale del covid, immediatamente delle categorie commerciali, nello stesso giorno, perdono economia, e quelli vanno aiutati a superare questa fase, e questo è un tema direi congiunturale, c’è quello strutturale invece, che la domanda è cambiata e specialmente per il commercio dobbiamo riuscire aiutare a cambiare il tipo di attività per la nuova domanda.

Ma su questa l’ultima strategia ci sono sempre le resistenze dei sindacati e dei lavoratori, a cui il cambiamento fa paura, cosa si può fare per questo, che lei dice inevitabile, per farlo funzionare?

È vero che la paura è un condizionamento strutturale che dobbiamo evitare, secondo me  farlo insieme ci aiuta: ieri abbiamo fatto un patto del lavoro, un patto dello sviluppo, cioè il tema è condividere con chi ha più difficoltà a capire l’indirizzo dell’azienda e come quell’impresa possa e debba cambiare, facendolo insieme, ma è chiaro che lo devono fare dentro le imprese dentro le attività, a livello di Camera di Commercio ci poniamo come soggetto diciamo coinvolgente, che coinvolge tutti i soggetti che appunto dovranno poi vedersi nelle singole imprese”.