Scoperto dai carabinieri un ampio sistema di caporalato in agricoltura con base a Castelfiorentino (Firenze) dopo la denuncia di un bracciante sfruttato a cui peraltro era stato amputato un dito dopo un incidente sul lavoro, ma che fu convinto a dichiarare che si era fatto male in un incidente domestico.
Scoperto dai carabinieri un ampio sistema di caporalato in agricoltura con base a Castelfiorentino (Firenze) dopo la denuncia di un bracciante sfruttato a cui peraltro gli era stato amputato un dito dopo un incidente sul lavoro, ma fu convinto a dichiarare che si era fatto male in un incidente domestico. I carabinieri ora però hanno arrestato ai domiciliari, col braccialetto elettronico, un marocchino accusato di caporalato, lesioni colpose aggravate, impiego di lavoratori senza permesso di soggiorno e violazioni in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro.
In tutto sono stati trovati e identificati dai carabinieri 18 lavoratori sfruttati, tutti marocchini, dei quali otto senza permesso di soggiorno, o senza titoli per lavorare. I lavoratori erano impiegati come operai agricoli nelle campagne fiorentine, di Prato e di Siena per mansioni decisive nella conduzione delle proprietà agricole – a cui erano forniti ‘a squadre’ -, come la potatura delle piante, la raccolta di uva ed olive, la legatura delle viti, il caricamento sui mezzi di gabbie per pollame. Per l’indagato c’è anche il sequestro di un’auto e un furgone usati per il trasporto dei lavoratori, più quello di una somma di denaro ritenuta provento del reato. E’ plausibile che nel suo giro di sfruttamento abbia coinvolto lavoratori di altre nazionalità che, però, nel controllo non sono stati trovati.
Secondo i carabinieri, tra Empoli e Castelfiorentino c’era la base di un collaudato sistema di reclutamento e sfruttamento di numerosi lavoratori stranieri, in grave stato di bisogno. Per queste caratteristiche, il ‘caporale’ avrebbe corrisposto una paga irrisoria e incerta, e costretto gli operai a orari di lavoro molto lunghi oltre a ospitarli in alloggi inadeguati.
Le indagini sono scattate nel giugno del 2023 quando un lavoratore marocchino, irregolare in Italia, ha presentato denuncia. L’uomo ha raccontato di essersi infortunato durante la potatura di un ulivo e di aver subito l’amputazione di un dito, dichiarando che aveva avuto un infortunio domestico.