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Carceri: eventi Caritas a Firenze su recupero dei detenuti

la Dogaia prato

Dal carcere alla giustizia riparativa, dal lavoro carcerario alla giurisprudenza fissata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, questi i temi affrontati a Firenze nella Settimana della Legalità, ciclo di eventi dall’11 al 16 novembre organizzati dalla Caritas e dal Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Firenze.

Il 13 novembre incontro sulla ‘Giustizia riparativa’ con Marta Cartabia dell’Università Bocconi di Milano, già ministro della Giustizia; il 14 novembre presentazione del Rapporto sulla povertà con l’arcivescovo di Firenze, monsignor Gherardo Gambelli.

Il 16 novembre, alle 18, al Teatro La Fiaba, proiezione del cortometraggio prodotto da Keep Digging Production per Caritas Firenze. A seguire tavola rotonda con Bernard Dika, portavoce del presidente della Regione, Marzio Mori direttore Caritas Firenze, Luca Orsoni responsabile Area Young Caritas Firenze, Sara Benvenuti docente dell’Università di Firenze, e Alina Tamas responsabile Area Giustizia e Carcere Fondazione Solidarietà Caritas.

“Non è costruendo carceri che riusciamo ad avere le nostre città più sicure – spiega Marzio Mori – Bisogna creare legami sociali, portare cultura, aprire strutture per accogliere i più deboli. Così come dovremmo puntare sulla giustizia riparativa e sulle misure alternative per limitare il sovraffollamento carcerario”. “Studi certificati hanno dimostrato che la percentuale di recidiva tra i detenuti che intraprendono percorsi alternativi è pari al 2%.

Per chi sconta la pena in carcere fino all’ultimo giorno di detenzione è al 70% – dichiara Vincenzo Lucchetti, presidente di Fondazione Caritas – Bisognerebbe investire maggiormente su strutture e misure alternative alla detenzione”. “Occorre un cambio di mentalità – afferma Sara Benvenuti – bisogna superare l’idea di un sistema punitivo unicamente afflittivo e carcero-centrico, che non rieduca e non risocializza, bensì offre solo una risposta retributiva al male commesso e l’illusione di poterlo con la forza dello Stato contenere e controllare, possibilmente al di là del muro e lontano dalla società civile”.

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