Si consolida nel Palazzo di Giustizia di Firenze la riflessione comune sul tema “suicidi in carcere”, sia a fronte della cronaca recente, con l’ennesimo suicidio di un ragazzo di appena vent’anni nel carcere di Sollicciano a sessanta giorni dall’inizio dell’anno, sia sulla scia dell’ultimo rapporto di Antigone, l’Osservatorio sulle condizioni detentive in Italia. Obiettivo dell’incontro, indetto dall’Ordine degli Avvocati di Firenze e a cui hanno aderito i massimi esponenti degli uffici giudiziari della sede distrettuale oltre che nazionale, è dunque far sentire la propria voce contro un sistema carcerario non più tollerabile, e sollecitare Governo e Parlamento ad azioni concrete.
“Un ragazzo di vent’anni si è suicidato nel carcere di Sollicciano, siamo a sessanta giorni dall’inizio dell anno. Il Governo e il Parlamento cosa fanno?” Su queste basi, oltre che sui dati allarmanti divulgati ieri a livello nazionale da Antigone, Osservatorio sulle condizioni detentive, l’Ordine degli avvocati di Firenze, con il presidente Sergio Paparo, ha indetto con urgenza un incontro al vertice, occasione importantissima perché raccoglie attorno a questo, che non a torto e all’unanimità è stato definito un ‘dramma’, i massimi esponenti degli uffici giudiziari della sede distrettuale e anche nazionale, come nel caso dell’ANM. “Qui e ora” emerge forte la consapevolezza che con la situazione di degrado e di reiterata violazione dei diritti umani, fallisce tutto il sistema processuale. L’Italia, per svilente paradosso, è al di fuori di obblighi internazionali, è ‘fuori legge’, come ha già sottolineato il consiglio d’Europa, che sta richiamando il nostro Paese a un’inversione di marcia, e come ha ribadito anche il questore Maurizio Auriemma.
“Sul piano tecnico – ha esordito il presidente della Corte d’Appello Alessandro Nencini -ci sarebbe molto da dire, ma il messaggio fondamentale è la necessità di una pressione forte da parte tutti, associazioni comprese, su Ministero e Governo perché affronti con rapidità la questione, anche con investimenti importanti. Non esistono riforme a costo zero”. Per non parlare delle migliaia di fascicoli dei cosiddetti ‘liberi sospesi’, tutti quelli già condannati definitivamente con pene fino a 4 anni, che aspettano una decisione per eseguirle. Si toccano vari nodi, a cominciare dalle misure e dalle proposte in Parlamento che però non hanno trovato ingresso nel decreto legge Nordio. “E sull’ispezione a Sollicciano – dice Paparo – “non si può addebitare la responsabilità al Direttore del carcere rispetto a criticità che sono di tipo strutturale. Il carcere andrebbe demolito e ricostruito”.
La risposta ai 565 detenuti (numeri al 30 giugno), sui 497 previsti da regolamento, “non è in una nuova visione carcerocentrica e sicuritaria della pena”, rincara Ettore Squillace Greco, Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Firenze, ma nel “recupero del fine rieducativo del dettato costituzionale, oltre che un rimedio alla carenza grave di risorse: mancano medici, operatori sociali”. Lo conferma Marcello Bortolato, presidente del Tribunale di Sorveglianza, che non ha mezzi termini, “siamo sull’orlo del baratro – chiarisce – col rischio di ben più gravi drammi e violenze all’interno delle carceri”. Come noto, Bortolato ha già scritto al Guardasigilli per urgenti misure di recupero a Sollicciano, con la richiesta di ridistribuzione di 100 detenuti. “La pena carceraria non è la soluzione in assoluto, come non lo è la liberazione anticipata prevista dal Decreto carceri, che non risolve niente”. Lo può invece, l’Istituto penale minorile, per cui è intervenuta Silvia Chiarantini, presidente del Tribunale dei minori di Firenze, dove arrivano molti minori non accompagnati col flusso migratorio, e ai quali si guarda per evitare future recidive. Da Antigone, si rileva, infatti, come il 62% dei detenuti siano già alla quarta carcerazione, il 18% alla quinta. “Per far funzionare l’azione preventiva della pena – ha concluso Chiarantini nel plauso generale, dobbiamo lavorare molto sulla prevenzione, sul reinserimento e questo implica il coinvolgimento di tutti gli attori sociali”. “Serve maggiore professionalità, anche da parte degli agenti di custodia che devono avere nozioni di pedagogia per stare a contatto con i ragazzi”.
Intanto, la sindaca di Firenze, Sara Funaro, ringrazia la direttrice Antonella Tuoni “per il difficile lavoro che sta portando avanti nel carcere di Sollicciano, dove c’è una situazione di emergenza e criticità che segnaliamo da anni. Tuoni ha il nostro supporto e la nostra stima”. Lo afferma in una nota esprimendo solidarietà alla direttrice del carcere a cui il Dap chiede di sanare in 90 giorni le inosservanze alle norme sull’igiene e la sicurezza ravvisate dagli ispettori in due sopralluoghi nell’istituto, che da anni versa in condizioni di degrado. Disposte anche sanzioni.
“Nel penitenziario ci sono problemi che hanno bisogno di interventi importanti di natura strutturale – sostiene Funaro -, che possono essere realizzati solo attraverso consistenti finanziamenti provenienti dal Governo. Non a caso, abbiamo sempre detto che il carcere andrebbe demolito e ricostruito completamente. E’ necessario un intervento strutturale da parte del ministero”. Secondo la sindaca, Sollicciano “non è un luogo sano e dignitoso: non lo è per i detenuti, non lo è per il personale della polizia penitenziaria che lavora in condizioni difficili e non lo è per tutte le realtà di volontariato che quotidianamente vi svolgono la loro attività”.