Due reclusi del carcere di Prato ieri hanno danneggiato la sezione detentiva di media sicurezza del penitenziario e aggredito gli agenti. E’ quanto riferisce in una nota il Sappe con il segretario regionale Francesco Oliviero che commenta: “Non c’è pace nel carcere toscano di Prato”.
Due giorni fa nel penitenziario si era tolto la vita un detenuto italiano cinquantenne. “È successo intorno alle 18 – spiega il sindacalista -, quando i due detenuti”, origine magrebina, “per futili motivi, hanno prima danneggiato le porte, i cancelli dell’atrio del piano e la scrivania dell’ufficio agenti e dopo hanno divelto le finestre della sezione detentiva dove erano ristretti: rotto vetri e qualunque cosa gli capitasse sotto tiro.
Poi, armati di spranghe di ferro ricavate da una finestra che hanno sfasciato, hanno aggredito il personale di polizia penitenziaria in servizio mentre cercava di calmarli. Ad avere la peggio sono stati due agenti, trasportati al pronto soccorso cittadino. Per riportare l’ordine è stato necessario l’intervento di altro personale fuori servizio”.
Secondo il Sappe a Prato la situazione è “grave ed ingestibile”: servono “personale, un direttore e un comandante in pianta stabile e come diciamo da tempo bisognava eliminare il ‘regime aperto’ di alcune sezioni. Tutti sanno ma nessuno fa niente”. Il personale di Prato, “come nel resto del distretto Toscana-Umbria, paga il duro ed amaro prezzo di un sistema penitenziario che presenta notevoli e vistose lacune”, il commento di Donato Capece, segretario generale del Sappe.