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🎧 2024 nero per i suicidi nella carceri in Italia. A Sollicciano un tentativo ogni sei giorni

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🎧 2024 nero per i suicidi nella carceri in Italia. A Sollicciano un tentativo ogni sei giorni
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2024 nero per i suicidi nelle carceri: solo a Sollicciano sono stati registrati 38 tentativi di togliersi la vita dietro alle sbarre, uno ogni sei giorni. E’ quanto emerge dall’ultimo report del Garante nazionale dei detenuti. Sono 58 le persone recluse, a livello nazionale, che dall’inizio dell’anno al 31 luglio si sono tolte la vita in carcere, 18 n più rispetto al periodo corrispondente del 2022 e del 2023.

Il 2024 sarà ricordato anche come l’anno dei troppi suicidi nelle carceri. Il sovraffollamento, ormai stimato oltre il 130%, le strutture detentive fatiscenti con le scontate conseguenze sulle condizioni igienico-sanitarie, sono alla base di un fenomeno che non può risolversi in una raggelante statistica, dovendo trovare risposte sul piano umano e politico. Un grido di allarme che si reitera nel tempo, come si evince dall’ultimo report di Felice Maurizio D’Ettore, Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, una memoria di 37 pagine presentata il 1 agosto alla Commissione Straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato.

Se lo sguardo d’insieme preoccupa – dal 2016 al 2023 il numero degli eventi critici è aumentato del 139,5% – guardando a Sollicciano, la situazione diventa anche più penosa. Il quadro, riporta stamani il quotidiano La Nazione, è tale da integrare gli estremi di un caso di interesse nazionale. Il Garante si è già costituto parte civile in procedimenti penali riguardanti lesioni aggravate e altro all’interno dei muri della casa circondariale fiorentina, muri da abbattere e ricostruire come invoca molta parte della magistratura a cominciare dal procuratore generale Ettore Squillace Greco.

Tra le 58 persone suicidate dall’inizio dell’anno, ritroviamo il nome del giovane tunisino Fedi Ben Sassi, tra i 15 che arrivano da paesi stranieri, un dato che se messo in relazione con la tipologia di reati – ha sottolineato d’Ettore- “consentirebbe di operare significativamente in termini deflattivi mediante un intervento legislativo per individuare domicili idonei a consentire la concessione della detenzione domiciliare”. Intanto, per decomprimere, sono stati trasferiti un’ottantina di reclusi, mentre la Direttrice Antonella Tuoni è nel mirino di un’azione disciplinare del DAP. Soluzioni da leggersi alla lente di un’esasperazione che conta 245 gesti di autolesionismo, 47 atti di aggressione fra detenuti e 18 episodi di protesta collettiva e che, d’Ettore auspica possa lasciare spazio, tra le altre, a piani di prevenzione, presa in carico, programmi di formazione e collaborazioni con la società civile.