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Carovana ristoratori e partite iva diretta a Roma, bloccata dalla Polizia

Carovana

Foto di repertorio ©Controradio

Firenze, un gruppetto composto da addetti del comparto ristorazione da lavoratori a ‘Partita Iva’, circa 54 persone, che cercavano di partecipare alla carovana diretta a Roma per una manifestazione, è stato fatto uscire intorno alle ore 14:00 al casello di Arezzo dell’Autosole.

La carovana, proveniente da Firenze, viaggiava a passo d’uomo e stava creando difficoltà al traffico nel tratto autostradale tra il capoluogo toscano ed Arezzo. Al casello il gruppo è stato controllato dalla polizia stradale e dalla Digos, che hanno preso le generalità.

Altre due persone che avrebbero dovuto prendere parte alla carovana sono state fermate dalla polizia all’altezza del casello di Firenze Impruneta, dove il gruppo si era dato appuntamento per poi partire in direzione Roma. Per entrambe è scattata una multa da 400 euro per violazione delle norme anti Covid, per essersi spostate dal comune di residenza senza un valido motivo.

Ristoratori e Partite Iva toscani avevano già partecipato ad un’iniziativa del genere lo scorso febbraio, qualcuno con i mezzi propri altri con i pullman, quando avevano raggiunto piazza Montecitorio a Roma per partecipare alla manifestazione rilanciata sui social sotto l’hashtag #draghiarriviamo e promossa da Tni-tutela nazionale imprese-ristoratori Toscana, l’associazione che rappresenta 40mila imprese in Italia.

Proprio stamane a Firenze, Tni Horeca Italia, aveva annunciato nuove iniziative di protesta del mondo della ristorazione. “Imprese e famiglie sono sul baratro: in un anno non è cambiato niente, anzi, la situazione è peggiorata – aveva detto Pasquale Naccari, presidente di Tni Horeca Italia – Qualcuno negli ultimi giorni sta chiedendo di riaprire dopo Pasqua, una cosa che condividiamo”.

“Ormai tutti sono sulla stessa linea, distruggere il piccolo e medio imprenditore, a vantaggio delle multinazionali – aveva aggiunto Naccari – il sistema a colori è fallito, serve solo a far chiudere e aprire le attività commerciali, portando gli imprenditori alla disperazione”.

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