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Carrara, sindaco: “l’acqua del rubinetto è sicura”

Il sindaco De Pasquale in merito alla nuova ordinanza emanata ieri nell’area Sin/Sir : “i campionamenti sull’acquedotto sono puntuali e costanti nel tempo” e “le criticità riguardano pozzi artesiani e la falda del perimetro indicato”. Confindustria: “chi ha inquinato si assuma i costi delle bonifiche”.

“Voglio ricordare che questa vieta esclusivamente l’utilizzo delle acque di pozzo o di falda. Ribadisco a tutti  che le criticità non hanno nulla a che fare con l’acqua che sgorga dai rubinetti allacciati all’acquedotto. L’approvvigionamento dell’acquedotto non arriva da fonti contaminate” ha detto De Pasquale.

“I campionamenti sull’acquedotto – ha aggiunto il sindaco rassicurando la popolazione – sono puntuali e costanti nel tempo e l’acqua che arriva da questo nelle nostre case, nei nostri negozi e nei nostri edifici pubblici è sicura, su tutto il territorio comunale. Anche chi vive o lavora nell’area indicata dunque può usare tranquillamente l’acqua dell’acquedotto”.

Il sindaco puntualizza che “le criticità e il divieto riguardano i pozzi artesiani o, più in generale, l’acqua della falda nel perimetro indicato. Che questa fosse contaminata era noto da almeno 30 anni. Non a caso nel corso del tempo sono state emanate ordinanze che hanno vietato l’uso dei pozzi inseriti nel suddetto perimetro”. “La nuova ordinanza nasce dalla necessità di inserire due nuove zone nel perimetro e dalla volontà di mettere ordine nei dispositivi precedenti – conclude De Pasquale -, facendo comprendere ai cittadini che i vecchi divieti sono ancora attuali e non devono essere disattesi. Vi annuncio sin d’ora che stiamo organizzando un incontro pubblico nel quale saranno illustrati puntualmente tutti i risultati e vi saranno date tutte le informazioni necessarie”.

Per Confindustria  invece è ‘necessario salvaguardare le aziende’. “Non sarebbe giusto – afferma il presidente degli industriali di Massa Carrara Erich Lucchetti – che chi ha inquinato non paghi e invece chi ha subito l’inquinamento debba pagare, dopo i danni ambientali e di salute, anche eventuali ripercussioni economiche”.

“Per questo chiediamo – sottolinea Lucchetti  – che chi ha inquinato si assuma i costi delle bonifiche, e che le ordinanze dei sindaci non tocchino l’uso industriale” dell’acqua, “o che si prevedano costi agli stessi valori attuali per l’eventuale utilizzo a fini industriali delle acque dell’acquedotto gestito da Gaia”.

“Altrimenti chi ha investito in zona industriale – osserva ancora il presidente degli industriali -, creando aziende e posti di lavoro, sarebbe costretto a pagare per responsabilità altrui, con ovvie ripercussioni sugli investimenti e sui livelli occupazionali”. Per Lucchetti, “non sarebbe accettabile che dopo anni di inquinamento e dopo l’abbandono di un territorio con alle spalle veleni e disoccupazione, qualcuno ora pensi che il conto debba essere fatto pagare direttamente o indirettamente alle nostre aziende e ai cittadini di Massa e di Carrara”. “E’ ovvio che se le nostre aziende non potranno più usare l’acqua dei pozzi, e dovranno rivolgersi a Gaia – conclude -, di certo non lo potranno fare sopportando costi elevati, altrimenti si tratterebbe di una ingiusta penalizzazione”.

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