La denuncia della Cgil e del Sunia che parlano di ‘bollettino di Guerra”. La Toscana è la quarta regione in Italia per per richieste di esecuzione con forza pubblica e la quinta per esecuzioni già eseguite.
Un boom. anzi, un vero e proprio bollettino di guerra. E’ la lista degli sfratti in Toscana secondo la CGIL e il Sunia. “Il problema non riguarda più solo i comuni capoluogo ma anche le province”, con “Frenze maglia nera, Siena positivo fanalino di coda” dicono i sindacati.
“La casa è un acceleratore di povertà, servono interventi sociali a 360 gradi ma il Governo toglie anziché aggiungere risorse”, affermano Cgil e Sunia della Toscana i cui dati fanno riferimento alla recente ricerca dell’ufficio di statistica del ministero dell’Interno riguardo l’andamento delle procedure di sfratto da immobili ad uso abitativo pubblicata a giugno.
Se a livello nazionale nel 2022 sono stati emessi 42mila provvedimenti di sfratto, in Toscana “i nuovi provvedimenti di sfratto convalidati nel 2022 sono stati 5.978, con un +0.61%” rispetto all’anno precedente, e “che si aggiungono ai 15.026 in attesa di esecuzione con forza pubblica. Ben 2.877 sono state le famiglie toscane messe in strada con l’intervento della forza pubblica. Oltre 55mila sono le persone che hanno presentato domanda di assegnazione di una casa popolare. Di queste solo un 10% troverà soluzione in una casa pubblica”.
Ancora, “il maggior numero degli sfratti convalidati dai giudici si concentra in Lazio (7.228), Lombardia (6.094), Campania (4.184), Piemonte (4.098), per arrivare alla Toscana (sesto posto) con 2.779 convalide di sfratto in attesa di esecuzione. La distanza della Toscana si accorcia per quanto concerne le richieste di esecuzione della forza pubblica”: è quarta “con 8.604 richieste (+200,4% rispetto 2021)” mentre per gli sfratti già eseguiti con la forza pubblica Toscana è quinta con 2490 sgomberi con un aumento del 162,7%.
“Nella provincia di Firenze, sempre nel 2022, gli sfratti per finita locazione convalidati dai Tribunali sono stati solo 93 (a Firenze 82), nelle altre province della Toscana 226; mentre quelli per morosità ammontano a ben 721 nella sola provincia di Firenze (di cui 414 nel comune capoluogo) e altre province toscane sono 1659, per un totale di 2779 esecuzioni”.
Il dato sostanzialmente nuovo che emerge, si spiega, è che l’alto numero di sfratti non si localizza solo nelle città capoluogo, ma si estende anche a molti comuni delle province, “nelle aree dove la crisi economica e il numero di licenziamenti e cassa integrazione si sono fatti sentire con maggiore drammaticità”. Sono anche le province che si affacciano sulla costa a soffrire l’emergenza sfratti.
La medaglia d’oro dell’emergenza abitativa è di Firenze e provincia con 896 nuove convalide di sfratto, 3.120 richieste di esecuzione (275% in più rispetto al 2021), 705 sfratti già eseguiti con forza pubblica (340,06% in più rispetto al 2021)”. Seguono Pisa e provincia – 262 nuove convalide di sfratto, 1.276 richieste di esecuzione (94,8% in più rispetto al 2021), 274 sfratti già eseguiti con forza pubblica (7,5% in più rispetto al 2021) – e poi Prato e provincia – con 230 nuove convalide di sfratto, 883 richieste di esecuzione (181,2% in più rispetto al 2021), 299 sfratti già eseguiti con forza pubblica (205,01% in più rispetto al 2021)-. Al quarto posto ci sono Pistoia e poi a seguire Livorno, Arezzo, Lucca, Grosseto, Massa Carrara. “Fanalino di coda Siena, con 140 nuove convalide di sfratto, 338 richieste di esecuzione (148,5% in più rispetto al 2021), 110 sfratti già eseguiti con forza pubblica (161,9% in più rispetto al 2021)”.
A livello nazionale per Cgil e Sunia “una politica sulla casa a 360 gradi, che agisca a tutti i livelli istituzionali, a livello locale e centrale è ormai una ineludibile necessità”. Alla Regione Toscana la richiesta, da tempo, è di modificare l’articolo 99 della legge regionale 65/2014 – ‘Norme per il governo del territorio’, “introducendo due sottocategorie all’interno della categoria d’uso residenziale, in modo da permettere ai Comuni di distinguere, in tutto il proprio ambito territoriale e senza automatismi di passaggio, l’uso residenziale proprio da quello a fini di locazione breve, o turistico ricettiva. Al contempo, va modificato l’articolo 54 della legge regionale 86/l 2016 – ‘Testo Unico del sistema turistico regionale’, laddove per varie fattispecie di attività ricettive extralberghiere” prevede “la possibilità di insediarsi in immobili a destinazione residenziale senza necessità di cambiarne la destinazione d’uso. Un articolo che entra improvvidamente a piedi pari in materia urbanistica, interferendo con la potestà dei Comuni e alimentando indebite controversie interpretative”.