Mar 24 Dic 2024
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Casal Bruciato: torniamo partigiani contro l’odio

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Casal Bruciato: torniamo partigiani contro l’odio
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Liberare l’Italia dal razzismo e dall’intolleranza. Questa è la chiamata che oggi nessuno dovrebbe sottovalutare. Il senso civico e la coscienza individuale dovrebbe portare al risorgere di una Resistenza che difenda la Costituzione e i valori democratici. Quello che sta accadendo a Casal Bruciato è la notte dello Stato di diritto e della tutela dei soggetti deboli.

“L’assessore porta cena e pastarelle ai rom, io porto l’amatriciana ai ragazzi di Casapound che se stanno a fa’ un mazzo così”. Questa frase ed azione di un’inquilina di via Satta, a Casal Bruciato, racchiude tutto l’orrore di un’umanità rinnegata.

Un’escalation vergognosa di minacce. Insulti, urla, frasi anche raccapriccianti come il “ti stupro, vi bruciamo” urlati da un abitante all’indirizzo di una donna che stava rientrando con la figlia nella casa popolare ottenuta legalmente. 

Ma c’è bisogno di dire le motivazioni, la provenienza, gli schieramenti politici. Di dare le coordinate di questa vergogna? C’è bisogno in tutta questa storia di interpretare, scandagliare, dissertare? Oppure quei fatti, quelle immagini dovrebbero bastare alle nostre coscienze per farci inorridire e dire Basta?

Da un lato abituati ad indagare su chi c’è dietro Greta e le sue battaglie, dove si annida l’ultimo complotto, dall’altro pronti a semplificare o etichettare tutto, ormai stiamo perdendo inesorabilmente la capacità e lucidità di ascoltare la nostra coscienza. Di seguire e fare rispettare valori universali come uguaglianza, pacifismo, tutela dei minori e di tutti i soggetti deboli.

Sta accadendo nelle periferia di Roma? No, sta accadendo dentro ciascuno di noi e se ci tappiamo occhi ed orecchie, se crediamo che sia solo frutto di un’esasperazione popolare, che sia solo l’assenza dello Stato o  una strumentalizzazione di alcuni estremismi politici, sbagliamo. E’ qualcosa che sta crescendo  nel tessuto sociale, un’intolleranza sdoganata e foraggiata che calpesta ogni pudore ed ogni vergogna.

Gli occhi di un bambino che si rintana nelle braccia della madre per non vedere, minori con la febbre da chock per quello che non riusciranno mai a comprendere. E’ importante di fronte a questo, sapere di chi sono figli? Dove sono nati? Da che parte stanno? O dovrebbero essere risparmiati da questa violenza, da questo abbrutimento?

Inizialmente, quando i più piccoli hanno visto la gente assieparsi sotto la loro nuova abitazione hanno pensato si trattasse di una festa di benvenuto, ma così non è stato.

Quando diciamo fascismo purtroppo c’è chi prova la rassicurante illusione che appartenga al passato. Allora chiamiamoli come volete: criminali, razzisti, violenti, disumani. Limitiamoci a chiamarli così ma fermiamoli. Sia che si trovino in un movimento di estrema destra, sia che si trovino tra le gente, nel popolo. Anche nel salotto benpensante o nel quartiere degradato. Nessuno ha uno straccio di giustificazione nell’essere disumano.

Lo Stato e la politica devono dare risposte che non esacerbino gli animi ma la piétas è un’altra cosa. Che tu abbia 2 euro in tasca o un milione, che tu viva con la fermata dell’autobus lontana 2 chilometri o che tu abbia il Suv, niente può farti arrivare agli orrori verbali e fisici di Casal bruciato. Non ci sono scusanti. E non ci sono talk show o dibattiti in tal senso.

Spaventare, minacciare di morte e di violenza per paura di una svalutazione del proprio immobile, perché tanto quelli rubano e hanno una brutta fama, perché non sono uguali a noi è il limite ultimo oltre il quale niente sarà più come prima.

Non siamo solo in un periodo transitorio di campagna elettorale, ma siamo in un sistema democratico creato con la perdita di vite umane e di lotte sociali e quello che sta avvenendo è anticostituzionale. Denunciarlo e contrastarlo è un dovere umano.

Chiara Brilli