La Polizia di Caserta, insieme alla Dia di Bologna, Napoli e Firenze, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal Gip di Napoli nei confronti di Giuseppe Santoro, 51 anni e Pasquale Fontana, 47, titolari di punti vendita ‘Butterfly’ del settore dolciario, accusati di associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni.
L’indagine partì da un conto corrente sospetto segnalato a Bologna nel 2015 e riconducibile a Santoro, considerato un uomo di Zagaria e già in carcere a Secondigliano per altre vicende. E’ emerso che, oltre a ospitare il boss dei Casalesi Michele Zagaria nella propria casa e in quella di familiari, Santoro avrebbe messo a disposizione di affiliati una pasticceria di Casapesenna (Caserta) per la consegna di ‘pizzini’ da destinare al capo clan, durante la latitanza. Inoltre è risultata la presenza dei Casalesi, fazione Zagaria, in settori dell’imprenditoria, e in particolare nelle pasticcerie, con tentativo di infiltrarsi nel tessuto economico-sociale dell’Emilia-Romagna da parte di imprese nate e operanti in Campania.
Gli accertamenti sono passati per competenza alla Dda di Napoli e sono proseguiti nel Casertano, con dichiarazioni anche di collaboratori di giustizia. Sono emersi incontri riservati con Michele Zagaria e con altri affiliati per pianificare le attività del clan. Santoro, inoltre, avrebbe ricevuto un grosso finanziamento da Zagaria, con cui era in società, che gli consentì di estendere l’attività commerciale della Butterfly Srl, aprendo vari punti vendita sul territorio campano e napoletano.
Nei negozi venivano assunti diversi parenti di affiliati al clan, per procurare loro un lavoro apparentemente lecito. Sono state denunciate a piede libero altre otto persone, per intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso. Su delega della Dda, sono state anche sequestrate quote societarie, conti correnti, immobili e auto riferibili agli indagati.